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Daniela Orlando, percorsi di auto-consapevolezza. Con carta e penna

Grazie alle scrittura autobiografica, e al sostegno della libraia Elisa Donato, molte persone hanno riscoperto la spiritualità

Affrontare e scoprire sé stessi, sciogliere quei nodi che ingarbugliano la propria vita è un atto di amore ma anche di grande coraggio. Perché non è certamente facile scegliere di dare risposta ad alcune delle più classiche domande esistenziali che, almeno una volta, tutti ci siamo posti. Chi sono io davvero e qual è la mia strada? Ma intraprendere questa affascinante avventura è possibile prendendo ad esempio carta e penna (sì, carta e penna) e scrivere la propria storia. La scrittura autobiografica infatti rappresenta un valido mezzo di conoscenza all’interno di un percorso di auto-consapevolezza. La scrittrice Daniela Orlando lo ha sperimentato in prima persona, un’esperienza che si è poi ampliata, dando vita a gruppi di condivisione emozionale, grazie al fruttuoso incontro con Elisa Donato, libraia nel settore della spiritualità. Insieme infatti promuovono laboratori di scrittura autobiografica per quanti desiderano compiere un viaggio dentro sé stessi.
«La scrittura nasce con me. Fin da bambina non ho conosciuto altro mezzo per esprimermi – racconta Daniela –. La considero un’autentica terapia. Ho sempre scritto esclusivamente di me stessa e, dopo la pubblicazione dei miei primi due romanzi, ho maturato l’idea di una condivisione». Illuminante, per la scrittrice, è stata la lettura di “Donne che corrono con i lupi”, di Clarissa Pinkola Estés: la necessità di entrare nel “bosco”, misurarsi con le proprie paure e insicurezze. «Ho iniziato quindi a immaginare dei moduli – spiega – partendo dall’infanzia, quando si è puri ma troppi “guardiani” bloccano la creatività individuale». Da questo livello, al centro del primo laboratorio, si è passati poi alle relazioni nell’età adolescenziale fino all’albero genealogico, l’incontro con gli antenati, la scoperta dei talenti ricevuti in eredità. «Non chiedo mai ai partecipanti l’assoluta autenticità – aggiunge la scrittrice –, va bene anche una verità romanzata perché c’è un passaggio in cui immaginazione e verità emozionale coincidono». Fissare nero su bianco la propria storia consente di conoscersi, liberarsi, giungere a una pacificazione con persone e avvenimenti. Per spiccare davvero il volo, tuttavia, è necessario prendere una rincorsa, compiere passi ancora più a ritroso, partendo addirittura da una dimensione ancestrale. Da qui l’idea di creare percorsi di scrittura iniziatica: «Per trovare il proprio senso e centro, le proprie ambizioni, occorre in un certo senso morire alla vecchia conoscenza e rinascere a una nuova – spiega Elisa –. Con la scrittura iniziatica si racconta sé stessi attraverso miti, simboli, archetipi. Storie universali ma che parlano anche a livello individuale. Ai nostri laboratori – prosegue – partecipano soprattutto donne. La donna per natura si lascia incuriosire, esplora ciò che non conosce, ha una vera propensione per questo tipo di indagini». Che, nel caso della scrittura autobiografica ed iniziatica, vanno condotte, come si è detto, rigorosamente con carta e penna: «La tecnologia ci ha privati della riflessione e della verità nascosta dietro le cancellature – affermano Daniela ed Elisa –. Scrivere con la penna è un atto magico, intimo, da cui emergono tutte le nostre emozioni». Il risveglio della memoria individuale è un cammino che va di pari passo con quello della memoria collettiva. Ripartire da sé stessi anche per crescere insieme, come comunità: «La conoscenza dell’albero genealogico, così come del mito e delle storie locali – concludono Elisa e Daniela –, ridesta quel senso di appartenenza che sta alla base di ogni percorso di rinascita e sviluppo territoriale».

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