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Laura: “Vedevo un principe ma era un carnefice. Un codice rosso mi ha salvata”

Massacrata di botte dal marito per anni, è rinata grazie alla fede e al supporto del Cirs, liberandosi da una relazione fatta di dipendenza, divieti, gelosia, terrore e sudditanza.

Una costola rotta, il viso pieno di lividi. “Ma io che ci faccio ancora qua?”. Dopo anni e anni di botte, Laura, ha detto basta. Devastata nel corpo e nella mente. E' andata in ospedale e il codice rosso le ha ridato una vita: l'ha liberata da una relazione che era una dipendenza, dai divieti, dalla gelosia, dal terrore, dalla sudditanza.

“Pensavo di poter gestire tutto, di farlo restare calmo – racconta - ma invece lui mi aggrediva comunque.. Quell'ultima sera il velo che avevo davanti agli occhi è venuto giù ed ho visto la realtà, ho visto come mi ero ridotta. Vedevo un principe ed era un carnefice. Tutto quello che sono adesso lo devo a chi mi ha salvato”.

Non è stato facile perché quando Laura è stata accolta in una casa protetta gestita dal Cirs di Messina era senza forze e depressa, stanca e malandata. In quei primi giorni ha pensato di tutto. Ha pensato che lui la picchiava e lei era diventata una prigioniera, ha pensato che era colpa sua, piangeva e voleva tornare indietro. In testa le risuonavano quelle devastanti parole che lui le ripeteva sempre: “Tanto finirai da sola e senza soldi”...

“Mi hanno salvato anche da me stessa” confessa. La fede da un lato e il grande lavoro del Cirs dall'altro l'hanno presa per mano e trascinata via da quelle trappole della mente. Pian piano Laura che aveva rinunciato a frequentare le amiche, che aveva rinunciato al lavoro, che si era chiusa in se stessa e messa all'angolo, ha cominciato a riaprirsi al mondo, ad avere fiducia in se stessa. “Per anni ho cercato di salvare tutti, tranne me dall'abisso in cui vivevo, poi mi sono sentita capita, ascoltata, aiutata e allora ho iniziato a credere in me, a credere che potevo farcela”.

Quando è arrivata nella casa protetta anche di giorno chiudeva le finestre, non usciva mai e se lo faceva con un foulard che le copriva il volto. Era terrorizzata. Poi ha iniziato un corso di formazione ed è stato il trampolino che l'ha lanciata verso gli altri: “All'inizio non riuscivo a relazionarmi con nessuno, poi ho cominciato ad aprirmi, a confrontarmi con le altre donne, ci siamo sostenute ed è come se con loro avessi instaurato un rapporto di sorellanza”.

Laura ha iniziato a prendersi cura di se, ha perso 20 kg, ha completamente rivoluzionato la sua persona, nella forma e nella sostanza. Nel frattempo ha trovato anche la forza di affrontare la separazione, di liberarsi da quella subordinazione psicologica ed economica, di smettere di credere che l'aver vissuto e superato momenti brutti significasse essere uniti dal destino.

Per anni aveva nascosto tutto, aveva mentito, aveva camuffato, aveva sopportato... Poi ha sfidato se stessa e la sua età: oggi è tornata a credere di nuovo nell'amore ed è a un passo dal realizzare anche il suo sogno nel cassetto... Dopo aver svolto brillantemente un tirocinio, è in prova per un'assunzione per il lavoro che aveva sempre desiderato di fare e che le era sempre stato vietato. E poi ha recuperato il rapporto coi figli che non vedeva più da tempo: “Quando il più piccolo mi ha detto mamma hai fatto la cosa migliore della tua vita sono scoppiata in lacrime” racconta.

"E lo voglio gridare a tutte quelle donne che sono vittime come lo sono stata io: Salvatevi, fatevi salvare. Io devo la mia vita a chi mi ha aiutato... Rinascere è possibile”.

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