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Spadafora, incubatrice neonatale donata a un ospedale del Congo

Una "termoculla per la vita", che diventa un atto di vero amore. Un regalo che la comunità di Spadafora, ancora una volta, ha fatto all'ospedale di Butembo-Beni, nella Repubblica Democratica del Congo - diretto da padre Francesco Mbawauka - che si è dotato di un'altra incubatrice neonatale. Grazie alla sensibilità di tanti spadaforesi, e non solo, la carità continua a valicare i confini. Proseguono senza sosta i gesti di umanità portati avanti dal 2008 da padre Giovanni Sottile, che ha servito fino allo scorso settembre, e per ben ventuno anni, la comunità di Spadafora. Un'iniziativa, promossa dallo stesso sacerdote, che ha creato un vero e proprio "ponte della soliderietà" fino al Congo, costruito da tante mani amiche che continuano a unirsi, fino ad arrivare laddove c'è tanto bisogno di cure, di protezione e di amore.

«Ogni uomo è nostro fratello, anche quello che non vediamo - ha detto padre Giovanni Sottile -. Ancora una nuova termoculla arricchisce la vita di tanti bambini prematuri nell'ospedale diretto da padre Francesco. Una nuova vita è il segno che Dio non si è dimenticato degli uomini. Allo stesso tempo, viene lasciata l'impronta della solidarietà che c'è nel cuore di tanti cristiani. È vero che la realtà ci propone fatti che parlano di bimbi uccisi dalla cattiveria e dell'indifferenza di tanti - ha aggiunto il sacerdote -. Ma questi sono esempi di come, invece, ci siano tanta sensibilità e generosità nell'animo di molta gente».

Oltre alle termoculle, in questi anni dal centro tirrenico di Spadafora sono state inviate alla clinica congolese numerose quantità di farmaci. In ultimo, nelle scorse settimane circa 50 pacchi hanno arricchito l'ospedale e per molti sono stati sorgente di vita. «Grazie a tutti i benefattori che hanno reso possibile tutto questo - ha aggiunto padre Sottile -. I vostri nomi sono scritti nel cielo».

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