«Voglio tornare in carcere». È la disperata richiesta di un uomo che l’altra notte per ben due volte ha bussato alla porta della Casa circondariale di Gazzi chiedendo di tornare dietro le sbarre. Non ha una pena da scontare, né deve costituirsi perché ricercato e non ha commesso alcun reato. È libero, ma vuole tornare in carcere. L’uomo, poco meno che quarantenne, una situazione di disagio, in passato era stato in carcere per una vicenda che lo aveva visto coinvolto. Dopo alcuni mesi di detenzione, era stato scarcerato. Una libertà riconquistata che forse non riesce a gestire tanto da voler tornare nella Casa di Gazzi, l’unico posto, a suo dire, dove si è sentito accudito, trattato bene. L’episodio si è verificato nella tarda serata di venerdì, la prima volta intorno alle 23 quando si è presentato chiedendo di essere arrestato. In un primo momento all’agente di guardia è sembrato che si trattasse di una persona che aveva intenzione di costituirsi, ma quando ha capito che non era così ha risposto che non era possibile accettare la sua richiesta. L’uomo ha provato ad insistere, a spiegare di voler tornare in carcere perché fuori non ha da mangiare e non ha un posto dove vivere e perché «qui sono stato trattato bene». È poi tornato qualche ora dopo, verso l’una di notte, insistendo per essere accettato, sostenendo che fuori non ce la fa a vivere, chiedendo anche di chiamare la direttrice del carcere. Alla fine è andato via, rassegnato. L’episodio è stato comunque segnalato ai carabinieri. Resta la richiesta drammatica di una persona che in carcere, nel posto che nessuno potrebbe mai immaginare, ha trovato quella solidarietà che, forse, gli è mancata fuori. Quando è tornato libero probabilmente si è trovato disorientato, confuso, senza un posto dove andare, l’unica soluzione gli è sembrata quella richiesta disperata e non esaudibile. C’è da sottolineare che nella nostra città esistono e sono molto attivi gruppi, comunità e istituti che accolgono chi non ha una casa, chi è senza un posto dove mangiare, così come è prezioso, instancabile, a volte anche complicato, il lavoro di operatori e volontari che si spendono quotidianamente per chi vive ai margini e per i bisognosi.