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Messina, Antonio e la sua missione da medico oncologo

Segnato da storie di sofferenze in famiglia, ha decido di dedicarsi alle cure contro i tumori

Da bambino s’intrufolava di nascosto all’interno del vecchio Polo oncologico del Papardo, sognando di ridare vita a quella struttura ormai dismessa e quando nonostante l’indecisione sulla scelta del percorso universitario da intraprendere subito dopo la maturità scientifica, affascinato sia dalle questioni giuridiche che da quelle mediche scelse le seconde, capì che “non avrebbe potuto fare altro” perché quel “camice bianco” gli avrebbe permesso “una grande libertà di pensiero”. La storia professionale di Antonio Nuccio 25 anni, specializzando in Oncologia medica all’ospedale San Raffaele di Milano, è stata “segnata” da esperienze familiari molto forti. La malattia dello zio quando era ancora piccolo, della nonna e nel 2018 della zia morta a soli 43 anni, hanno alimentato quell’innata «voglia di mettersi in gioco». «Con zia Ester per la prima volta ho avvertito forte il peso di questo mostro chiamato tumore e sapere che non ci sarebbe stato nulla da fare aveva generato in me un forte senso di delusione nei confronti della medicina perché ero convinto che a tutto ci fosse un rimedio», racconta.
Nel 2020, a 8 mesi dalla laurea, la diagnosi di mieloma al padre con il lungo calvario vissuto fra consulenze, terapie e lunghe attese, fu la spinta decisiva alla scelta dell’ambito di specializzazione; avrebbe voluto dedicare tutto se stesso allo studio dell’Oncologia medica.

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