L’arcivescovo e archimandrita di Messina, monsignor Giovanni Accolla, ha voluto festeggiare il suo quinto anniversario di episcopato, con la comunità mandanicese. Il presule ha concelebrato una santa messa, insieme al suo vicario, monsignor Cesare Di Pietro, al parroco di Mandanici don Felice Maggio e ai sacerdoti facenti parte del vicariato di Roccalumera, tra i quali, il vicario don Francesco Isaja, don Santino Caminiti e don Luciano D’Arrigo. La guida pastorale della Diocesi di Messina ha introdotto l’eucaristia illustrando il Vangelo di oggi (ndr, del sette gennaio). Citando, il Vangelo secondo Matteo, ha ripercorso i giorni in cui Giovanni era stato arrestato, ha detto che Gesù si ritirò in terra di Galilea, lasciò Nazaret ed andò ad abitare a Cafarnao, perché si compisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia.
Nella sua omelia, l’arcivescovo Giovanni Accolla si è anche soffermato, senza per altro nominarle, su alcune delle criticità che hanno interessato la parrocchia mandanicese in questi ultimi giorni, ma ha voluto precisare: «Criticità che sono state ampiamente superate, anche perché don Felice è una persona buona». Non molti sono stati i fedeli che hanno partecipato per via delle dimensioni dell’edificio e per via delle norme anti-Covid. In rappresentanza dell’amministrazione comunale di Mandanici erano presenti la presidente del Consiglio Anna Misiti e l’assessore Giovanni Ciatto. Assente il sindaco Briguglio, perché, pur non essendo obbligato dalla legge, ha ritenuto di dovere astenersi per il fatto che in famiglia ha un caso positivo al virus.
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