"Siamo addolorati, confusi e disorientati"
"Egregio Direttore, le realtà operanti all’interno e all’esterno dell’Istituto Domenico Savio chiedono la pubblicazione di questa lettera alla Città per testimoniare la propria grande amarezza e anche tentare di scongiurare la paventata prossima chiusura del Domenico Savio. Almeno per quanto riguarda la presenza salesiana.
Siamo profondamente addolorati, molto confusi e certamente disorientati. Abbiamo trascorso molta parte della nostra vita dentro il Savio e prima di noi i nostri genitori, momenti tristi e lieti sono stati vissuti tra queste mura. Anche i nostri figli e i nostri nipotini sono cresciuti e stanno crescendo alla scuola salesiana e all’oratorio, hanno fatto e fanno preparazione alla vita sacramentale oltre che allo sport e alle attività estive del Grest.
Ma perché distruggere l’Istituto Domenico Savio che è una istituzione cittadina ancora attiva e vitale. Proprio adesso che in questi ultimi anni è stata creata una scuola 0 -18 anni più che moderna dove si parla inglese, si lavora al computer e si da grande importanza all’attività ecologica. Ma perché eliminare un centro giovanile al centro della città che si sta espandendo sempre più?
Queste sono alcune delle domande che tanti messinesi rivolgono a noi che facciamo parte dei gruppi che operano da più anni all’interno del Savio.
Il Consiglio ispettoriale salesiano di Sicilia giustifica la chiusura del Savio dicendo che la missione di don Bosco è quella di privilegiare le periferie mentre questo istituto è ubicato in centro.
Vero… diciamo anche noi … però oggi è ugualmente urgente non trascurare le periferie esistenziali che stanno aumentando. Il Savio essendo al centro della città ha sempre accolto giovani e famiglie bisognose di sostegno e inoltre con le sue associazioni si è irradiato per tante periferie esistenziali. E questo l’ha fatto e continua a farlo accogliendo all’Oratorio e alla Scuola ragazzi da tutte le parti della città, anche dai villaggi. E poi con le volontarie Vincenziane si incontrano numerosi poveri, e il Centro Prima Accoglienza Savio (CePAS) dal 1989 ha accompagnato in Comunità i tossicodipendenti e ha assistito negli ospedali gli ammalati di Aids nel momento cruciale della malattia.
Particolare attenzione è stata dedicata ai detenuti del carcere di Gazzi con progetti di risocializzazione e di avviamento al lavoro. E ancora con il “telefono pronto” si è vicini a chi è solo o si sente emarginato, nelle scuole cittadine si sono creati punti di ascolto e corsi di formazione per i giovani. Anche al Savio si sono tenuti ogni anno corsi di formazione per i volontari, insegnanti e genitori.
Insieme al Cepas e alla San Vincenzo ci sono tanti altri gruppi oratoriani che sono impegnati per le attività del Savio: catechisti, cooperatori salesiani, ex-allievi, animatori, i genitori della scuola, il coro della Chiesa e almeno 25 animatori dell'Oratorio. Quest’anno il Grest accoglie circa 200 bambini che si divertono, giocano e crescono secondo la pedagogia di Don Bosco in un contesto protetto e sicuro. Tutti quelli che si sono avvicinati al Savio anche solo per una confessione hanno sempre trovato un prete ad accoglierli e una famiglia alla quale appartenere.
I superiori salesiani di Sicilia dicono, ancora, che sono poche le vocazioni e questo è vero ma non dobbiamo dimenticarci che negli ultimi anni alcuni giovani del Savio hanno preso i i voti sacerdotali. Alcuni salesiani sono anche avanti negli anni ma con l’aiuto di noi laici la missione di don Bosco potrebbe continuare proficuamente come è accaduto sino ad ora. Perché toglierci la nostra la Chiesa e toglierci i nostri salesiani…?
Il nostro è un grido di dolore da parte di chi ha creduto e crede negli ideali salesiani e crede nella missione per i giovani. Ancoriamoci alle parole di don Bosco che ci ha insegnato ad affidarci a Maria Ausiliatrice.
Ci rivolgiamo a tutti i messinesi, e non solo, perché si sveglino e siano presenti per scongiurare di perdere al centro della città la pastorale salesiana. Ci rivolgiamo ai Superiori di Catania perché vogliano riconsiderare la cosa e illuminati da don Bosco possano trovare nuove soluzioni. Invochiamo anche l’intervento del nostro arcivescovo, mons. Accolla, perché sia parte lungimirante e illuminante per scongiurare questa scomparsa dei salesiani e delle organizzazioni a loro legate in centro città".
I gruppi che operano all’interno e all’esterno del Domenico Savio
"Un luogo urbano fondamentale"
"La imminente dismissione dell’oratorio salesiano del Domenico Savio di via Lenzi, conseguenza della scelta, perlomeno discutibile, operata dagli alti vertici dell’Ordine Salesiano, di restituire la Chiesa archimandrita di San Salvatore (dopo oltre 90 anni) alla Curia Arcivescovile di Messina, che si vede costretta ad assegnare la stessa a un sacerdote secolare, appare ancor più eclatante alla luce della recente classifica del Sole 24 ore sulla vivibilità delle città italiane, in base alla quale Messina, considerando tre indici generazionali (bambi-giovani-anziani) risulta essere al terzultimo posto per la qualità della vita degli anziani, all’ottantatreesimo per quella dei bambini e al settantatreesimo per la fascia 18-35.
Quali sono gli aspetti che vengono considerati per queste valutazioni? Parchi, biblioteche, smog e inquinamento acustico, orti urbani aree ludico ricreative che ricadono nel territorio. E proprio alla luce di questa classifica è bene sottolineare che il Domenico Savio non si identifica esclusivamente con le importantissime attività di servizio e volontariato, che ne costituiscono solo uno dei tanti aspetti.
Il Savio è anche uno di quei luoghi urbani (indicato come parametro nella classifica del Sole 24 ore) identificabile come area ludico-ricreativa, luogo di cultura e socializzazione che purtroppo la nostra città va di giorno in giorno perdendo. La mancanza di questo genere di luoghi, a detta dei più grandi sociologi urbani, tra tutti ci piace ricordare Marc Augè, influisce negativamente sulla qualità della vita di chi abita la città.
Tante generazioni di giovani, divenuti i cittadini di Messina, hanno costruito le loro relazioni interpersonali di amicizia nei cortili dell’oratorio del Domenico Savio, formandosi con le parole di don Bosco “siate sempre allegri”, “siate buoni cristiani e onesti cittadini “. Chiudendo il Savio questa opportunità per i giovani di oggi, cittadini di domani, non ci sarà più, mancherà la possibilità di crescere nello spirito di condivisione e di apertura nei confronti dell’amico, del compagno di giochi, che all’oratorio è tale al di là del colore della sua pelle o del livello culturale ed economico della famiglia a cui appartiene. Agli occhi di don Bosco e di Maria Ausiliatrice i ragazzi sono tutti uguali e imparano, giocando, quali sono i veri valori della vita che sono tali anche al di là del credo cristiano.
Alla luce di ciò il nostro vuole essere un ultimo disperato appello rivolto all’intera classe politica messinese, al di là della appartenenza partitica, per invitarla a sensibilizzarsi su quanto sta accadendo, perché la chiusura del Savio rappresenta la chiusura di un ulteriore luogo storico della nostra città, che potremmo paragonare, volendo guardare solo al suo aspetto laico, ad uno dei luoghi simbolo della città di Messina che purtroppo non ci sono più - come l’Irrera a mare e la relativa Rassegna Cinematografica, la libreria Ospe, la Città del Ragazzo, la Fiera Campionaria - e che per tanti decenni ne hanno rappresentato l’identità agli occhi del mondo.
Chi governa questa città dovrebbe provare ad intervenire, per quanto gli è possibile, in modo che questa ulteriore ferita non venga inferta alla nostra città, che purtroppo oggi primeggia nella classifica della invivibilità".
Una rappresentanza di un gruppo di persone molto più ampio (che costituirebbe un elenco infinito di nomi) la cui amicizia è nata e si è consolidata nel tempo grazie al carisma del Savio
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