Ci si aspettava un’accoglienza più calorosa e forse una maggiore partecipazione di fedeli per l’insediamento del nuovo rettore della Concattedrale del SS. Salvatore don Antonio La Rosa.
Ma la querelle delle ultime settimane relativa alla riconsegna della struttura del “S. Domenico Savio” all’Arcidiocesi, conseguita alla decisione dell’ispettoria salesiana di Sicilia, aveva generato non poca amarezza nella comunità religiosa.
Una presenza lunga 90 anni
E divenuta preziosissima eredità per le innumerevoli generazioni cresciute all’ombra del carisma di San Giovanni Bosco. È stato il vescovo ausiliare Cesare Di Pietro a presiedere ieri sera la celebrazione con la quale don La Rosa ha dato inizio al suo mandato; ad accompagnarlo la sua gente, il popolo di S. Agata, che il sacerdote ha guidato per 13 anni.
«Colto e sensibile, chiamato a valorizzare la preziosa eredità di padri salesiani, ma soprattutto ad animare di speranza questa importante porzione di città, a volte opacizzata in un cristianesimo fai da te»: lo ha presentato così mons. Cesare Di Pietro, sottolineando la «scelta dolorosa ma necessaria dei vertici della congregazione», ed esortando il neo rettore ad accompagnare i fedeli nel cammino di fede «che non è mai imposizione ma proposta condivisa».
«Una giornata non semplice per la famiglia salesiana del Savio» ha dichiarato don Russo - direttore dell’Istituto teologico “S. Tommaso” che nell’ultimo anno aveva retto la Concattedrale con il pro rettore don Vincenzo Castiglione - accogliendo don La Rosa e mons. Di Pietro assieme a don Umberto Romeo e altri sacerdoti diocesani.
«Sereno e pronto ad affrontare questa nuova avventura alla quale l’arcivescovo lo chiama con obbedienza e spirito di servizio»: così don Antonio La Rosa si è presentato alla comunità.
Una svolta epocale
Messinese, classe 1963, il sacerdote è stato ordinato presbitero nel 1987 dopo aver conseguito il Baccalaureato in Sacra teologia. Esperto in beni culturali religiosi, è stato vice parroco a S. Clemente, parroco a San Pier Niceto per 7 anni e ultimo cappellano maggiore della Cattedrale prima dell’elevazione a parrocchia. La celebrazione è stata animata dal coro del Savio diretta dal maestro Giulio Arena.
Il 17 luglio del 2020 il rettor maggiore dei salesiani di don Bosco, don Angel Fernandez Artime, aveva decretato la riconsegna all’Arcidiocesi della struttura del “S. Domenico Savio” affidata ai salesiani nel 1931. Una svolta epocale nella storia culturale e religiosa di Messina che ha ridisegnato la presenza salesiana in Sicilia già avviata in occasione del Capitolo ispettoriale del 2016 e proseguito con quello del 2018, legato fra l’altro alla perdurante carenza di vocazioni, che non consentiva più una capillare e dignitosa gestione delle opere. Una situazione complessa che sembra investire già da tempo l’intera Regione, che vanta diciannove realtà salesiane.
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