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Claudia, da Messina all'Inghilterra: "La farmacia? Una missione al servizio dei pazienti"

Pronipote del poeta Vann’Antò, orientata alle discipline scientifiche sul solco avviato dal nonno Angelo Di Giacomo, chimico esperto internazionale nel campo delle essenze e dei derivati agrumari, Claudia non si è mai spaventata delle sfide. E le ha affrontate a viso aperto

Claudia Di Giacomo, farmacista messinese classe '86, vive dal 2013 nel Regno Unito

«Il farmacista ospedaliero in Inghilterra ha un ruolo più articolato rispetto al collega italiano e presuppone un contatto assiduo con i team medici di ogni reparto e una stretta collaborazione in fase di predisposizione delle terapie, ma soprattutto responsabilità decisionali sulla dispensazione dei farmaci che avviene non prima di quello che si definisce “screening” della prescrizione». Ne ha fatta esperienza diretta la messinese Claudia Di Giacomo (classe 1986) che, proprio durante l’emergenza epidemiologica, così drammatica in entrambi i Paesi, ha iniziato la sua carriera di “pharmacist, core clinical services”, al “Southmead Hospital” di Bristol.

Pronipote del poeta Vann’Antò, orientata alle discipline scientifiche sul solco avviato dal nonno Angelo Di Giacomo, chimico esperto internazionale nel campo delle essenze e dei derivati agrumari, Claudia non si è mai spaventata delle sfide. E le ha affrontate a viso aperto.

A conclusione di un percorso universitario svolto all’Ateneo messinese (Dipartimento di Scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche e ambientali), che le ha fruttato la laurea triennale in Scienze e Tecniche erboristiche e quella magistrale in Farmacia e conseguita la certificazione “Ielts, livello C1”, si è iscritta al General Pharmaceutical Council (l’equivalente del nostro Albo professionale dei farmacisti) nel Regno Unito, dove risiede dal 2013 e dove ha ottenuto una serie di certificazioni abilitanti rilasciate dal Pharmacy Network.

«La mia attività – racconta Claudia Di Giacomo – ruota attorno al paziente, dal momento in cui entra in ospedale fin quando viene dimesso e, in alcune circostanze, anche dopo il rientro a casa. Si tratta, nell’ordinario, per lo più di pazienti renali (il Southmead Hospital è uno dei maggiori centri di Chirurgia renale e trapianti, oltre che di ortopedia, traumi maggiori, neuro scienza, chirurgia vascolare e plastica) e di pazienti HIV; la fase successiva alla dispensazione dei farmaci è quella dell’accuracy checking, ossia il controllo di accuratezza dei medicinali, in linea con le standard operating procedures, di supporto al personale medico e infermieristico, in quanto specialisti dei farmaci e il lavoro viene svolto in completa armonia e rispetto dei vari ruoli».

Poi, Claudia continua: «Pur essendo agli inizi di questa mia entusiasmante occupazione professionale, anche per l’attuale emergenza sono stata assorbita da subito nelle frenetiche attività di una Struttura che è divenuta uno dei maggiori Centri Covid inglese, grazie alla vastità del plesso che conta una decina di Reparti dedicati alla lotta al coronavirus, i “blue wards”, nei quali ovviamente è necessario indossare i cosiddetti “extra Ppe” per ridurre il rischio di contagi e “cross contamination”. Proprio la settimana scorsa in occasione della inaugurazione dell’Ashton Gate Vaccination Centre, dove operiamo a turno per la ricostituzione ed inoculazione dei vaccini – conclude la Di Giacomo – abbiamo ricevuto il premier britannico Boris Johnson che ha voluto celebrare l’avvio del nuovo Centro di somministrazione».

Un’esperienza, dunque, preziosa sia sul piano professionale sia per quel che concerne la crescita personale. Il legame con le radici, con la propria terra, non verrà mai meno ma ampliare gli orizzonti e valorizzare le proprie competenze, frutto di anni di impegno e di studio, è la regola aurea alla quale Claudia continua ad attenersi anche nelle prossime appassionanti sfide.

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