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Dalla laurea in giornalismo alle colline di Lipari, Luigi Mazza molla tutto per un sogno

Luigi Mazza

Un paio di mesi fa ha messo un annuncio su Facebook: «Chi viene ad aiutarmi in campagna quest'inverno? Coltivo la terra e allevo asini su una collina a Lipari, nelle Eolie».

Nel giro di qualche giorno gli sono piovute tremila candidature da ogni parte del mondo. Tremila. Giapponesi, neozelandesi, americani, francesi e moltissimi italiani dalle Alpi alla punta dello Stivale. Tutti desiderosi di svegliarsi all'alba per seminare, di dare da mangiare alle galline, di raccogliere ortaggi, di spezzarsi la schiena a zappare.

Così Luigi Mazza, 35 anni, uno che anziché teorizzare la decrescita si è messo a praticarla lasciandosi alle spalle Roma e la sua laurea in Giornalismo e comunicazione, è diventato un personaggio inseguito (oltre che dagli aspiranti aiutanti) dalle tv di mezzo pianeta.

È lui il personaggio di copertina di Gattopardo, il mensile della Sicilia che cresce, in edicola da oggi con la Gazzetta del Sud e il Giornale di Sicilia. Lui a posare con uno dei suoi asini in cima alla collina di Lipari, lui a rappresentare il desiderio che dilaga nel nostro tempo, quello di cambiare vita. E a raccontare come si può fare. «Il boom di richieste che mi sono arrivate - racconta - sono l'effetto di quella pandemia, unito allo smart working. E ne ho la controprova, perché un annuncio analogo l'ho fatto anche negli anni scorsi, ma ha avuto solo qualche decina di risposte».

Alla fine l'hanno spuntata due ragazze che sono appena arrivate dall'Emilia e staranno per due mesi, e una coppia di Marsiglia, che prenderà il loro posto a gennaio.

Insieme con quella di Luigi Mazza, Gattopardo racconta altre storie di siciliani che hanno scelto di trovare un nuovo equilibrio, a contatto con se stessi e con la natura. Come la cantautrice Giana Guaiana, che ha lasciato Palermo per vivere nella campagna di Santa Margherita, nel Belice. Come i tanti nuovi agricoltori, allevatori, organizzatori di turismo rurale, che si moltiplicano da un capo all'altro dell'Isola.

Quelle che erano scelte di vita minoritarie, marginali, lontane, stanno diventando sempre più comuni. Quegli amici apparentemente un po' bizzarri che lasciavano per sempre l'ufficio e andavano a veleggiare per mare, o che abbandonavano carriere solide per dedicarsi all'agricoltura di comunità si sono moltiplicati. Quegli individui sono diventati sistema, e quello stile di vita alternativo (e spesso liquidato come fricchettone) sta assumendo il carattere di una scelta sempre più condivisa e condivisibile. Che ha aperto nuovi concetti di produttività.

Chi in questi tempi difficili, nelle città assediate dal cemento, negli appartamenti percepiti come prigioni, nella crisi del lavoro tradizionale non ha pensato anche per un momento di cambiare vita?

È la fine delle città? Secondo l'urbanista Maurizio Carta, è solo l'occasione per reinventarle. La città in occidente da almeno sette secoli è luogo di confronto, di crescita, di partecipazione, di democrazia. Il domani è tutto da inventare. Un tempo nuovo, quello che racconta Gattopardo, in un viaggio tra luoghi, esperienze, personaggi che stanno costruendo il futuro.

 

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