«Ci sono tante storie, tutte diverse e tutte simili. Ricordo una giovane donna che aveva girato per vari centri in tutta Italia e che è stata poi sottoposta a un intervento di resezione epatica per rimuovere una massa di 35 cm di larghezza e del peso di ben 8 kg. Più recentemente, i 3 pazienti trapiantati di rene e fegato in queste settimane di emergenza. La particolarità dell'intervento è dettata dal donatore, un paziente positivo al virus dell'epatite B. Per riuscire a trapiantare i nostri pazienti abbiamo dovuto trattarli con farmaci antivirali e un protocollo di follow-up ad hoc». Nella sua carriera brillante tanti sono i casi che lo hanno coinvolto umanamente e professionalmente. E lui, Duilio Pagano, classe 1978, formatosi alla facoltà di Medicina dell'Università di Messina e specializzatosi in Chirurgia a Padova, ha fatto tanta strada.
E la scelta di indossare il camice bianco è maturata da bambino dopo una pedalata poco felice: « La mia famiglia - racconta - ha una tradizione marittima e anche il mio nome, Duilio, lo suggerisce. Sono la prima persona della mia famiglia che ha scelto la professione medica. Una decisione legata ad un ricovero durato diverse settimane a causa di un incidente con la bici. E al reparto di Neurochirurgia del Policlinico di Messina mi ha affascinato la preparazione dei professori Sebastiano Cambria e Sebastiano Paterniti». Il giovane medico si racconta al nostro giornale. Dal 2009 presta servizio all'Ircss-Ismett, un'eccellenza in Italia e non solo. È uno degli esperti in trapiantologia (sia che avvenga da donatore vivente che da deceduto).
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