Una Pasqua a Mosca, lontano dalle proprie famiglie a causa praticamente dell'impossibilità di rientrare in Sicilia. È quella che si ritroveranno a dover raccontare un gruppo di universitari di Milazzo e di Messina, iscritti alla facoltà di Lingue, Letterature straniere e tecniche della mediazione linguistica. Federico Piccolo, Francesca Scirè Calabrisotto, Giordana Bottari, Fabiana Bruno, Giulia Cicciarello, Davide Pafumi e Anna Pastone sono partiti il 29 gennaio scorso nell'àmbito di un progetto e, all'improvviso, si sono ritrovati in piena pandemia Covid. "All'inizio siamo stati pervasi da ansia, in quanto molto lontani dai nostri cari ed amici, ed anche un pizzico di rabbia e delusione in quanto abbiamo "combattuto" per viverci un'esperienza del genere - affermano - Per noi, sin da quando abbiamo iniziato a studiare la lingua russa, è stato il nostro obiettivo quello di poterci catapultare in una realtà come questa: un paese ricco di cultura, culla di scrittori del carico di Tolstoj, Dostoevskij". "Purtroppo però questa situazione sembra stia annullando tutti i grandi progetti che avevamo intenzione di realizzare qui. Quando parliamo con i nostri amici loro ci dicono spesso “tornate, è pericoloso”, non capiscono che tornare per noi significherebbe rinunciare a tutto questo, significherebbe arrendersi. Abbiamo iniziato la quarantena, spesso restiamo in silenzio, e speriamo sempre che questa situazione non vada peggiorando".