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Messina sempre più "vecchia", in città gli anziani sono quasi il doppio dei giovani

Messina è una città notevolmente invecchiata. A confermarlo è il dato fornito questa mattina nel corso del convegno sulla qualità della vita e dell’invecchiamento organizzato dall’Anteas Cisl e dalla Fnp Cisl Messina.

Nell’ultimo rapporto annuale dell’Istat è risultato che l’indice di vecchiaia a Messina, nel 2019, è di 179.5, ovvero che ci sono 179.5 ultrasessantacinquenni ogni 100 giovani, una situazione a cui hanno contribuito il basso tasso di natalità, la riduzione della mortalità nell'età infantile ma anche in tutte le altre età della vita e l'incremento del tasso di emigrazione che ha interessato soprattutto le giovani generazioni.

Nella relazione introduttiva, Santo Santonocito ha evidenziato l’organizzazione nel territorio dei servizi di assistenza agli anziani, mettendo in luce le criticità derivanti dalla ancora non piena programmazione dell’assistenza domiciliare integrata «dovuta soprattutto ad una cultura ed una mentalità assistenzialista. Un bisogno degli anziani non è mai solo sanitario o assistenziale, è entrambe le cose. Il raccordo tra assistenza e sanità diventa fondamentale, ma è un problema regionale perché in Sicilia ci sono due assessorati che si occupano dei due aspetti e non si incontrano».

«È una condizione che deriva da ciò che non abbiamo fatto negli ultimi 30 anni – ha sottolineato il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese – non è stato programmato alcun sviluppo economico per la città e così i giovani sono stati costretti ad andare via e si è innalzata l’età delle persone con una forbice diventata più larga. Servirebbe lavorare in una duplice direzione: favorire lo sviluppo economico per contenere l’esodo ed elaborare politiche sociali di sostegno che coinvolga le persone anziane, le stimoli e non dia una assistenza fine a sé stessa. Bisogna superare il modello delle politiche sociali che ci sono state sono ad ora. La Social City è uno strumento, ancora non usciti dal guado riorganizzativo ma la macchina adesso c’è, bisogna farla viaggiare nella zona giusta».

È stato il professore Vittorio Nicita Mauro a fotografare la situazione evidenziando come «il notevole incremento del numero degli anziani ha comportato come conseguenza negativa un maggior numero di anni vissuti in condizione di disabilità e non autosufficienza cioè di vita non attiva. Lo Stato con tutte le sue emanazioni ed in particolare i medici devono oggi occuparsi sempre più degli anziani, in particolare degli anziani a rischio perché "fragili" cioè per lo più di quelli di età superiore a 75-80 anni».

Il dottor Domenico Pagano, invece, ha fornito delle indicazioni utili ed alcuni esempi per una prevenzione primaria nel campo delle malattie infettive, malattie croniche, incidenti ed infortuni, facendo anche qualche considerazione sulla prevenzione in campo ambientale e sulla capacità delle persone anziane di influire positivamente sulle nuove generazioni.

Il segretario generale della Fnp Cisl Sicilia, Alfio Giulio, ha lanciato invece la campagna nazionale sulla non autosufficienza che vedrà da domani i sindacati mobilitati (a Messina in piazza Cairoli) per una raccolta firme per chiedere una nuova legge che regoli il fenomeno. «Se ne parla da 15 anni ma serve un disegno legge finanziabile. Parametri di valutazione sulla non autosufficienza uguale per tutti. Nel meridione e in Sicilia chi ha un problema del genere viene lasciato solo alle famiglie. Il disagio deve essere accompagnato attraverso sostegno e tutele».

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