Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

La “machina”, i simboli, l'identità di un popolo: tradizione e significato della Vara di Messina

Ieri sera la passeggiata dei Giganti da piazza Unione europea a piazza Castronovo e ritorno. Stasera tutti ai piedi del cippo della Vara per la messa della vigilia. Domani il giorno più importante dell'anno, per i messinesi e non solo. Ci è stato chiesto di spiegare, come se dovessimo raccontarla a uno dei cinquemila croceristi che domani sarà in porto e vedrà la spettacolare processione, cos'è la Vara. Ci proviamo a farlo nel modo più semplice possibile, evidenziando in breve poi cosa significa la Vara per Messina. Vara sta per “bara”, ma in questo caso niente di lugubre, è il dolcissimo giaciglio della “Dormitio verginis”, dove riposa la Madonna dormiente, l'urna di cristallo posta sul “cippo”. Ma per Vara s'intende l'imponente macchina votiva, a struttura piramidale, dedicata all'Assunta. Le origini sono antiche, risalgono al periodo normanno, ma c'è una data che gli storici ricordano sempre: il 21 ottobre 1535 quando si allestì il Carro trionfale in occasione del passaggio in Sicilia di Carlo V. Poi, quel Carro divenne la “machina” festiva che celebra l'assunzione in Cielo della Vergine Maria. Fino al 1720 la processione si svolgeva il 14 agosto, poi fu spostata a Ferragosto. Alta 14 metri, dal peso di otto tonnellate, la “macchina” poggia su grandi scivoli metallici ed è un delicato, miracoloso, meccanismo dove tutto è in perfetto equilibrio, grazie all'opera e alla fatica di centinaia tra timonieri e vogatori, capicorda e macchinisti. Il linguaggio è tratto dal mare perchè la Vara simbolicamente è una nave che porta con sè un intero popolo, fino al porto sicuro della fede. Tutto è simbolo e allegoria. «L'elevazione somigliante all'intreccio di quattro grossi fusti presenta un primo ordine comprendente quattro mensole sporgenti dai fusti e altrettante radiali al piano di raccordo. Il secondo ordine presenta due raggiere contrapposte, al centro recano una parte fissa, costituita da calotte raffiguranti rispettivamente il Sole nella parte anteriore, la Luna nella parte opposta. Le parti rotanti con sviluppo esagonale recano ai vertici imbragature per sei distinti angioletti. La guglia rastremata presenta un ulteriore livello di mensole sfalsate, le superfici mostrano raffigurazioni di putti, volute, stelle, pianeti e nuvole come rappresentazione dei cieli. Una sfera girevole permette la rotazione orizzontale di sei angioletti. L'ultima piattaforma girevole in senso inverso al globo sottostante, si compone di quattro figure (verosimilmente le quattro intelligenze cardinali), reca l'elevazione centrale che regge la figura di Dio Padre, elemento che a sua volta sostiene nella mano destra l'Alma Maria nell'atto di elevarla nell'Empireo». Per Messina la Vara è l'espressione più compiuta della propria identità, sia come città dalla profonda devozione mariana sia come comunità che, con tutte le sue speranze e le sue contraddizioni, ogni anno si rimette in cammino.

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