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La "Giornata della Promessa" di Natuzza, nessun evento a Paravati: fedeli uniti in preghiera

Oggi ricorre la “Giornata della Promessa” che la Serva di Dio Natuzza Evolo ha sempre considerato “il giorno più bello della mia vita”. Fino a qualche anno fa questo momento particolare della vita della mistica con le stimmate, di cui il sei aprile scorso è stata aperta ufficialmente la causa di beatifiazione, veniva ricordato con una celebrazione religiosa che si svolgeva nella cappella della fondazione "Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime".

Ma già da qualche anno e, quindi, già prima che alla fondazione di Paravati fosse vietato di promuovere eventi religiosi, per via del “no” pronunciato dall’assemblea alle modifiche dello statuto richieste dall’ordinario diocesano, questo evento non si svolge più. Tutto questo in virtù del decreto di annullamento dell’evento emesso dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo e reso noto dall’allora presidente della fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” don Pasquale Barone durante la celebrazione della festa della Mamma del 2017.

“Ancora Natuzza - ebbe poi modo di spiegare lo stesso presule ai fedeli nel corso dell’omelia - non può essere oggetto in nessun modo di culto pubblico fino a quando la Chiesa non riconosce ufficialmente le sue virtù eroiche. Solo allora può partire – precisò il presule - la sua venerabilità. Questo non è mortificarla, anzi. Questo non significa – concluse il vescovo - non amare Natuzza o non sentirci amati da Natuzza”. Gruppi di fedeli spontanei hanno, comunque, annunciato sui social che pur non essendoci alcun evento religioso in programma si ritroveranno, comunque, nel tardo pomeriggio a Paravati per vivere qualche momento di preghiera.

La “Giornata della Promessa” veniva celebrata ogni anno per ricordare la promessa che Natuzza disse di avere fatto a Gesù il 26 luglio del 1940, dopo un lungo sonno simile alla morte, “di portare a lui le anime, di amare e compatire, di amare e soffrire” All’epoca Natuzza aveva solo 16 anni e non comprese il significato della parola "apparente" e riferì quindi alla famiglia Colloca che lo ospitava che la Madonna le aveva predetto che sarebbe morta.

La notizia dilagò a macchia d’olio in ogni angolo della Calabria, tant’è che la sera del 25 luglio davanti alla casa dei Colloca, nel cuore di Mileto, si raccolsero centinaia di persone. Per tutta la notte e per buona parte del giorno seguente non si verificò nulla. Nella serata del 26 luglio, però, Natuzza andò all’improvviso in catalessi e dal suo corpo incominciarono a verificarsi alcune perdite di sangue, ma senza la presenza di ferite. I medici presenti cercarono inutilmente di rianimarla. E mentre tutti attendevano ormai la sua morte, verso l’imbrunire Natuzza si vegliò e in poco tempo riuscì a ritornare alla normalità.

Ma cosa vide Fortunata Evolo in quelle ore? E’ stata lei stessa a confidarlo alcuni anni dopo. “Mi trovai - disse - in un posto bellissimo che era come una cupola, ma largo, largo, largo e rotondo come una piazza, con tante anime di defunti con il viso per terra e in ginocchio che pregavano e altri in una grande luce”. Aggiunse anche che "si era trovata in Paradiso al cospetto di Gesù". Natuzza Evolo per questi suoi fenomeni dovette anche subire il martirio del manicomio. Ma le non si lamentò mai di quella ingiustizia e una volta uscita dalla clinica psichiatrica dove era stata rinchiusa affidò le sue sofferenze a Gesù e alla Madonna.

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