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Il Teatro Vittorio Emanuele di Messina: due secoli di storia dai Borbone a Grease

Grazie alla giornata del Fai, gli studenti del Bisazza ricostruiscono le vicende dell’ente culturale più importante di Messina.

Sono due istituti storici in modo diverso: il Fai, che dal 1975 permette ai cittadini di scoprire i luoghi più nascosti del patrimonio artistico-paesaggistico italiano; il teatro Vittorio Emanuele, con il suo viaggio lungo quasi due secoli attraverso spettacoli e grandi opere. Due istituti che si sono “incontrati” nelle giornate del Fai, che quest'anno si sono tenute dal 22 al 24 marzo. Si è potuto accedere anche a quelle strutture non aperte al pubblico, che permettono agli artisti e tutti i componenti dello staff del teatro di realizzare gli spettacoli.

Il Vittorio Emanuele, costruito dall'architetto napoletano Pietro Valente su commissione del re Ferdinando II di Borbone nel 1842, nel corso degli anni ha cambiato più volte nome, fino a quando nel 1860 è diventato “Real Teatro Vittorio Emanuele”, proprio in onore del Re D'Italia Vittorio Emanuele II. Il Teatro ha subito più restauri a causa delle guerre e dei danni subiti nel corso del terremoto del 1908.

L'ultimo restauro ha ridato lustro alla città permettendo ai tanti appassionati di poterne usufruire, godendo della qualità dell'acustica, riconosciuta a livello nazionale, e della modernità degli interni che si accostano con contrasto allo scenario del soffitto. Qui “domina” il dipinto di Renato Guttuso che raffigura la figura mitologica di Colapesce. Tra le ultime opere andate in scena al Vittorio Emanuele, ricordiamo “La Traviata”, “Il lago dei cigni”, “Lo schiaccianoci” e il musical “Grease”. Solo alcune delle perle che hanno arricchito il palcoscenico di uno dei luoghi più storici della città.

Domenico Schipelliti, Sabrina Utano, Francesca Longo, Ileana Spezzaferro, Giovanni Cama.

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