Una bici, la drawing-bike, che rappresenta la galleria d' arte su due ruote, e delle opere particolari impresse su cartone, gli eco-disegni, molto apprezzati da tutti coloro che si trovano a visitare la città eterna. Rachele Del Nevo da sei anni ha portato la sua creatività nella capitale e a tutti ricorda sempre le sue origini: «Sono siciliana, - ha raccontato Rachele - di Messina. E amo la mia terra anche se non sono rimasta attaccata allo scoglio come una cozza. La passione per l' arte nasce nel momento in cui ho scelto di frequentare il “Dante Alighieri”. Dopo che ho finito gli studi sono andata a vivere ad Alessandria, perché lì vicino c' era un centro di oreficeria importante. Per molto tempo, grazie alla mia manualità, ho disegnato e realizzato gioielli e ho avuto il privilegio di vincere nel 1990, proprio con un disegno, un concorso indetto dalla "De Beers", una rinomata multinazionale delle pietre preziose».
In seguito, però, desiderosa di cambiare e spinta dall'irrequietezza ha fatto i bagagli per andare a Roma, dove vive da vent'anni: «Mi sono decisa dopo una serie di vicissitudini a riprendere la matita in mano e ho ricominciato a disegnare all'aperto, non solo per i turisti. La cosa particolare è che non utilizzo dei supporti convenzionali, come possono essere la tela, o dei fogli bianchi di carta, che pongono delle regole e dei limiti, ma dei cartoni con stampe preesistenti, di uso domestico e familiare, che mi servono come trampolino e fonte di ispirazione. Il disegno e la stampa comunicano. Anche se a volte tutto appare caotico e ognuno alla fine attribuisce a ciò che vede il significato che vuole».
Ed è subito bellezza estemporanea. Basti vedere la Sicilia colorata sul cartone del vino dove si dice che esiste una terra meravigliosa, "la madonna Aperol", in cui si vuole rendere più umana una figura che nell'iconografia è sempre rappresentata ai piedi di una croce o con il bambino in braccio, e ancora tutti gli scorci, i panorami, i monumenti più belli che rivivono grazie al suo tratto. E le opere vengono incorniciate come il miglior dei souvenir: «Dopo il pantheon sono l' attrattiva più fotografata - continua nel racconto - anche se tengo bene a mente gli inizi. Il primo giorno non sapevo bene cosa stessi facendo, però ricordo che immediatamente ho avuto degli acquirenti. Ero meravigliata e felice allo stesso tempo anche perché in questo mestiere non esisti se gli altri non ti apprezzano. Un po' come la scrittura».
Rachele, che ogni giorno affronta una giornata faticosa, ma con il sorriso sulle labbra, ama vivere di arte. E da quel giorno ha fatto tante altre cose: sono nate altre collaborazioni, fiorite mostre e si è aperto soprattutto un canale diretto con i viaggiatori di tutto il mondo che ci tengono a ringraziarla una volta ritornati nella loro città natale: «Ricevere gli apprezzamenti di persone che abitano in tutte le latitudini, dall'Australia al Giappone, è entusiasmante. A volte, capita che qualcuno compri un disegno e ti ricontatti per chiederne altri. E ti sorprenda. Un signore, ad esempio, mi ha commissionato un lavoro per il suo studio e mi ha scritto che la mia arte lo rende felice. Insomma, cose semplici che ti aiutano ad andare avanti, anche perché se vuoi fare l' artista devi inventarti delle soluzioni che non esistono».
L'artista di strada che stupisce con le sue scarpe da ginnastica colorate o le ballerine "impreziosite" dai tappi di bottiglia sogna di ritornare nella città dello Stretto: «Mi piacerebbe - conclude - fare una mostra a Messina, magari con temi esclusivamente siciliani. E chissà che questo desiderio non si possa concretizzare presto». E nel frattempo andrà spiegando il significato di arte, che forse descrive meglio quello che fa quotidianamente: « È svelare ciò che normalmente non si vede».
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