Essere una “b-girl” non significa solo far parte di un mondo, quello della break dance, in cui il corpo diventa il principale strumento di espressione e comunicazione verso chi ti sta intorno, ma un modo di essere, a 360 gradi. Lo si capisce chiaramente dalla voce, carica di energia, della giovane Alessandra Chillemi, diciannovenne messinese, dallo scorso settembre “emigrata” a Milano per proseguire gli studi universitari in Economia, che con la “danza di strada” per eccellenza, la break dance appunto, ha instaurato un rapporto simbiotico già dall'età di sei anni.
«Ho conosciuto la break dance - racconta Alessandra, “in arte” b-girl Alessandrina - osservando, di nascosto, alcuni vicini di casa che si allenavano e sono rimasta affascinata». Un colpo di fulmine che ha letteralmente “rapito” la mente e soprattutto il corpo di Alessandra, impegnata, sin da bambina, in faticosi ed impegnativi allenamenti che però «ho sempre considerato come un gioco e quindi come un divertimento».
La break dance, come lei stessa ci racconta con tono convinto ed appassionato, «nasce per strada e non a caso la mia “crew”, cioè il gruppo di ragazzi con cui ho cominciato a ballare, si chiama “Marittima funk”, perché ci allenavamo spesso alla stazione Marittima». Non solo, dunque, un tradizionale allenamento in palestra, ma il piacere e il gusto di vivere la “ break”e lì dove è nata, per strada.
Dalla stazione marittima di Messina volerà adesso in India. Le valigie della famiglia Chillemi sono quasi ormai pronte, in vista del prossimo, e forse più importante appuntamento della già lunga carriera sportiva di Alessandra, che il prossimo novembre rappresenterà l'Italia alle finali mondiali del “Red Bull BC One”, la competizione di breakdance più prestigiosa al mondo, organizzata in India.
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