I progetti di due giovani medici siciliani tra i migliori in Italia selezionati dalla Cassa Galeno che, in memoria di Eleonora Cantamessa, la ginecologa bergamasca che nel 2013 ha perso la vita per soccorrere un uomo ferito, ha premiato oggi pomeriggio a Roma la 28enne catanese Flavia Alberghina e il 32enne messinese Benito Chiofalo.
Specializzanda in Ortopedia e Traumatologia lei, ginecologo lui, si sono distinti tra decine di candidati ricevendo la prima una borsa di studio, il secondo una menzione speciale. Entrambi senza medici nell’albero genealogico, ma spinti da tanta voglia di curare il prossimo, e tanto talento.
Dopo la laurea in Medicina a Catania, Flavia si sta specializzando a Torino e sogna di poter rendere migliore la vita di bambini con disabilità, Benito è ginecologo oncologo all’Istituto Nazionale dei Tumori Regina Elena di Roma, si occupa prevalentemente di trattamento chirurgico di pazienti affette da tumori ginecologici e di crioconservazione ovarica.
«Il mio progetto inizierà domenica prossima – racconta Flavia, laureata all’Università di Catania – partirò per il Malawi in Africa e per sei mesi sarò al Beit Cure International Hospital di Blantyre dove mi dedicherò alla cura e alla prevenzione della disabilità infantile».
Benito si è specializzato in Ginecologia e Ostetricia all’Università di Messina e si è formato al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, all’Università di Jena in Germania, al Rigshospitalet di Copenaghen e attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca in Biotecnologie Mediche e Chirurgiche nell’Ateneo peloritano.
Cresciuto nel quartiere di Camaro, sognava di fare il medico sin da bambino e poi, tenacia, sacrificio e una fortissima passione per la chirurgia robotica lo hanno portato dall’Università di Messina ad uno dei migliori centri del Lazio guidato dal professor Enrico Vizza «La mia ricerca – racconta – è iniziata nel 2017 e si concentra sulla produzione di mediatori lipidici pro-infiammatori e pro-risolventi nei tumori ovarici, nella controparte non-tumorale e nel fluido peritoneale di pazienti con tumori ovarici epiteliali, correlando diversi fenotipi di Macs, con il profilo di LMs misurato nel tumore. L’obiettivo – aggiunge - è quello di identificare la regolazione di produzione di LMs nei tumori ovarici come base per future possibili strategie terapeutiche». Frutto di una felice collaborazione tra l’Ateneo di Messina, l’Istituto Nazionale per i Tumori Regina Elena e l’Università di Jena in Germania, la sua ricerca è arrivata tra le sette finaliste del premio Cantamessa in tutta Italia.
«Si tratta di un riconoscimento – commenta Benito - che mi rende profondamente fiero, soprattutto perchè in memoria di un medico ginecologo che ha sacrificato la sua vita per aiutare chi stava male, è proprio questo il principio che mi ha spinto a scegliere questa professione: salvare una vita conta al di sopra di tutto».
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