Approdare, quando le poppate si ripetevano ogni tre ore, dallo Sri Lanka allo Stretto in una casa dove era racchiuso tutto l'amore del mondo. Ed era talmente grande che non le è mai venuta in mente l’idea di cercare i genitori biologici che l'avevano messa al mondo perché “i figli sono sempre di chi li cresce”. Fathima Feminò, protagonista di una storia personale ricca di avventure ha fatto dell’arte cinematografica il suo lavoro. Abilissima nei “visual effects” o effetti visivi, il suo nome compare in film famosi in tutto il mondo: Harry Potter, I Pirati dei Caraibi, Cinderella e Transformers, solo per citarne alcuni. «Sono stata adottata nel marzo del 1984 – racconta Fathima – quando avevo solamente due settimane. I miei genitori adottivi hanno scelto il secondo nome Serena e non hanno mai nascosto a me e mio fratello, adottato anche lui , con cui ci separano solo quattro mesi, tutta la nostra storia, anche perché la nostra differenza somatica era visibile». Una vita vissuta fino alla maggiore età a Messina poi, la decisione incoraggiata da mamma Valdea, che nel frattempo si era separata dal marito, di andare a studiare fuori: «Ho frequentato lo Ied di Roma e subito dopo la laurea ho cominciato a lavorare in uno studio di post produzione italiana. Con soldi messi da parte ho raggiunto l' Australia. E lì ho fatto qualsiasi lavoro che mi permettesse di autofinanziarmi per continuare a viaggiare. Ho lavorato anche in una “farm” per tre mesi. Mi alzavo alle quattro-cinque del mattino: raccoglievo i pomodori, impacchettavo gli asparagi e ho pulito i vigneti a settembre». Dopo la decisione con altri ragazzi, due italiane, due francesi e un tedesco, di comprare una macchina e vivere “sulla strada” con il desiderio di scoprire nuove realtà: «Per quattro mesi abbiamo viaggiato a bordo della nostra station wagon comprata pochissimo, 1200 dollari australiani. Poi il gruppo si è diviso e io dopo vari giri sono tornata in Italia e ho appreso da un amico la notizia che a Londra si era aperta la prospettiva di poter tornare a fare il mio lavoro. Ora andrà a vivere a Vancouver, ma racconta su Gazzetta del Sud – edizione Messina in edicola oggi che il calore della sua città, non l'ha mai più trovato altrove.