Dallo Stretto agli States, lo studio sull'idrogeno di un giovane messinese sbarca in America
Ventisette anni, messinese trapiantato a Parigi, dottore di ricerca all’Università Paris-Saclay in collaborazione con l'Ecole Polytechnique, uno studio sulla produzione di idrogeno finanziato per decine di migliaia di euro, i cui primi risultati sono stati recentemente selezionati come “best paper” sul Journal of Chemical Physics, una delle riviste accademiche più accreditate nel settore chimico-fisico in America. E come se non bastasse la candidatura tra gli under 30 più influenti del mondo nel settore della scienza all’interno della classifica annuale di Forbes. Fabrizio Creazzo ha una famiglia semplice alle spalle, è un ragazzo normale, cresciuto a Casa Bianca. Si è laureato all’Università di Messina, ma il suo talento, a queste latitudini, non è stato messo a profitto. In Francia, invece, è diventato un vero e proprio “jeune prodige” del suo settore e i suoi studi sono riusciti persino a valicare i confini europei. «L’idrogeno è la più innovativa tra le risorse energetiche – spiega - ma in tutto il mondo si produce soltanto su piccola scala e con costi elevati, le mie ricerche si stanno focalizzando sulla possibilità di superare questi limiti, cercando di creare il gas nobile attraverso l’utilizzo di un catalizzatore alternativo, ovvero una tipologia particolare di ossido di cobalto». La ricerca, portata avanti assieme alla supervisor Marie-Pierre Gaigeot docente dell’Università Paris-Saclay, sarà completa solo fra qualche mese, ma l'American Institute of Physics, uno tra i più importanti editori al mondo di riviste nel campo della Fisica, ha già voluto pubblicare la prima parte dello studio di Creazzo. Leggi l’articolo completo su Gazzetta del Sud – edizione Messina in edicola oggi.