
«È pacifico che il denaro pubblico utilizzato dal Policlinico di Messina sia stato, comunque, utilizzato per la erogazione di prestazioni sanitarie rese nei confronti dell’utenza». Quindi non può sussistere sostanzialmente il reato di peculato.
È questo il passaggio-chiave della sentenza con cui la 6° sezione penale della Cassazione ha aggiunto un altro tassello all’inchiesta della Procura sui rapporti tra il centro clinico Nemo Sud e il Policlinico di Messina. Una convenzione secondo i magistrati “fuorilegge” e nonostante tutto perpetuata dal 2012 fino al 2021.
I giudici, tecnicamente, hanno accolto il ricorso di uno degli indagati, l’ex direttrice sanitaria del Policlinico Paolina Reitano, sposando in toto le motivazioni dei suo legale, l’avvocato Alvaro Riolo.
Concretamente quindi la Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza del tribunale del riesame di Messina «limitatamente alla misura cautelare reale, che per l’effetto dichiara cessata, disponendo la restituzione dei beni in sequestro in favore dell’avente diritto». E si tratta di una decisione che potrebbe dispiegare degli effetti su tutta la vicenda.
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