Messina

Martedì 15 Ottobre 2024

Messina, medici dell’Inps: il concorso lascia fuori i precari. Una dottoressa: "In oltre 10 anni maturato un elevato grado di competenze"

Il bando è stato pubblicato nei giorni scorsi e ha già fatto discutere una parte dei medici di tutta Italia che , in alcune regioni del nord hanno anche minacciato proteste. L’Inps ha pubblicato il bando di un concorso nazionale per titoli ed esami per l’assunzione a tempo indeterminato per poco poco più di un migliaio (in tutto 1069) di medici. La Sicilia è una delle regioni con più posti messi a bando ben 102. Un’opportunità di lavoro per molti medici che non sarebbero costretti a lasciare l’Isola. A far discutere una parte dei professionisti di tutta Italia il fatto che tra i requisiti previsti nel bando per l’ammissione al concorso, è stato inserito anche il possesso della specializzazione o l’iscrizione al penultimo o all’ultimo anno del corso di specializzazione in determinate aree mediche e discipline equipollenti. Insomma per partecipare al concorso bisogna possedere delle determinate specializzazioni. Il requisito per alcuni medici che da anni prestano servizio presso le varie sedi dell’istituto di previdenza, si trasforma in un ostacolo che impedisce la loro partecipazione al concorso. Non tutti i medici che da anni prestano servizio da precari all’Inps hanno le specializzazioni richieste anche se il loro valore e competenza li hanno dimostrati in anni di lavoro. «È da oltre dieci anni che sosteniamo quali precari di Stato i Centri di medicina legale Inps per la valutazione delle domande di prestazioni assistenziali e previdenziali» spiega una dottoressa che da anni presta servizio a Messina. «I medici strutturati- prosegue - dopo l’ultimo reclutamento avvenuto due anni fa, mal contati, non coprono nemmeno il 20% dell’organico e nella sedi disagiate molto meno, la restante parte è coperto da medici esterni “a partita Iva”.  Qualche giorno fa l’Inps ha pubblicato il nuovo bando di reclutamento limitando l’accesso al concorso ad alcune specializzazioni e lasciando fuori tutti coloro che non pur non essendo in possesso dei titoli indicati dal bando, in oltre 10 anni di attività prestata al servizio dell’istituto e quindi della collettività, hanno maturato un elevato grado di competenze specifiche nel ramo dell’attività sanitaria previdenziale e assistenziale». «Oltre a provare uno stato di profonda amarezza personale- conclude la dottoressa - è chiaro che la scelta di preferire personale privo di formazione professionale potrà determinare criticità e disservizi a scapito dell’utenza».

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