"Ancora oggi ci confrontiamo con una forte disomogeneità a livello nazionale, ci sono regioni che hanno provveduto a consolidare la rete dell'emergenza urgenza pediatrica e ridisegnare l'organizzazione dei pronto soccorso e delle brevi osservazioni pediatriche, alcune realtà invece purtroppo presentano ancora ritardi e carenze, differenze e disuguaglianze che vanno colmate perché i pazienti più piccoli vedano tutelato il loro diritto a ricevere cure che tengano conto proprio della specificità pediatrica". A ribadirlo il ministro della salute Orazio Schillaci, intervenendo oggi con un videomessaggio al congresso "Società scientifiche e istituzioni insieme per migliorare la Rete dell'emergenza pediatrica in Sicilia" in programma in due sedi: il Policlinico universitario Martino e, nel pomeriggio, il Museo regionale interdisciplinare. Un evento di formazione e confronto ampio, promosso dalla Società italiana di Medicina di Emergenza Urgenza Pediatrica Sicilia, presieduta da Alessandro Arco, con il patrocinio scientifico della Società italiana di pediatria, della Società italiana di neonatologia e di Simeup Italia. Una giornata di studi e analisi per una pediatria d'emergenza, in rapida evoluzione, che mira a ridurre il rischio clinico specialmente nell'assistenza del bambino che arriva al pronto soccorso pediatrico in condizioni critiche, come sta accadendo in questi giorni per le patologie respiratorie: un allarme evidenziato dallo stesso Schillaci, esprimendo "apprezzamento per un'occasione preziosa di analisi e approfondimento delle misure da adottare per migliorare la rete dell'emergenza pediatrica".
"Si tratta - ha ribadito - di un tema di grande attualità considerato che proprio in queste settimane con un picco di casi di bronchiolite abbiamo assistito a un'impennata di accessi ai pronto soccorso pediatrici e a un numero significativo di bambini che sono stati ricoverati. Come indicano le linee di indirizzo emanate nell'ambito dell'assistenza pediatrica e adolescenziale, i bisogni di salute di questi piccoli pazienti hanno una loro specificità rispetto a quelli degli adulti richiedendo competenze e strumenti specifici anche di tipo organizzativo. Diventa allora sempre più urgente portare a compimento una trasformazione nell'erogazione delle cure territoriali ed ospedaliere rendendole più adeguate all'evoluzione dei bisogni di salute e delle esigenze di questa fascia particolare. Significa insistere sull'integrazione fra ospedale e territorio facendo leva sulle nuove tecnologie disponibili, che sono strategiche per assicurare una maggiore qualità delle cure anche ai minori".
"Questo è il tempo - ha auspicato il ministro - di portare avanti con coraggio e determinazione la riorganizzazione a 360 gradi dell'assistenza sanitaria per ammodernare un servizio sanitario nazionale che vogliamo salvaguardare e continuare a considerare una delle infrastrutture più solide della nostra società. Ma i grandi cambiamenti richiedono un gioco di squadra ed è anche per questo che guardo con grande interesse alla vostra iniziativa che mette a confronto rappresentanti del mondo scientifico ed istituzionale perché tutti possano dare il proprio contributo all'efficientamento dell'assistenza pediatrica . Voglio infine ribadire tutta l'attenzione e l'impegno del Ministero della Salute a considerare anche nell'ambito della revisione dei decreti ministeriali 70 e 77, misure che consentano di garantire standard elevati di cura ai nostri bambini ed adolescenti ovunque risiedano".
Istituzioni e mondo sanitario a confronto
Interverranno ai lavori Stefania Zampogna, presidente della società italiana di Medicina di urgenza ed emergenza pediatrica, Martino Ruggieri delegato della consulta nazionale delle società affiliate e membro del direttivo Sip. I vertici delle società scientifiche Domenico Cipolla, per la Società italiana di pediatria in Sicilia, Raffaele Falsaperla, presidente regionale della Società italiana di neonatologia, Carnevale Guerino, che guida la Società italiana di telemedicina in Sicilia, Tito Barbagiovanni, presidente della Federazione italiana medici pediatri. Tra le autorità scientifiche che porgeranno i saluti ai partecipanti, il direttore del Dipartimento assistenziale materno infantile del Policlinico universitario di Messina Carmelo Romeo e la Direttrice del dipartimento assistenziale emergenze tempo dipendenti e della scuola di specializzazione universitaria, Eloisa Gitto.
Nella sessione pomeridiana previsti i saluti istituzionali della rettrice Unime Giovanna Spatari, del deputato regionale e presidente della commissione sanità dell'Ars Giuseppe Laccoto, dell'assessora regionale Elvira Amata, del presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno. Dopo le letture magistrali (su "I bisogni di salute del bambino" del prof. Giovanni Corsello e su "La rete emergenza-urgenza pediatrica" di Stefania Zamponga) la tavola rotonda sul tema "La Rete assistenziale e le emergenze-urgenze in Sicilia: A che punto siamo?" traccerà il bilancio del congresso Simeup con l'intervento della presidente Zampogna, del prof. Corsello e del direttore generale del Dipartimento per la pianificazione strategica della Regione Salvatore Iacolino, al fine di "programmare per salvaguardare la vita del nostri bambini".
I dati allarmanti a Messina e l'importanza della terapia intensiva
Nei primi giorni del 2024 su 502 bimbi che hanno fatto accesso in pronto soccorso pediatrico al Policlinico di Messina - l'unico dell'area metropolitana peloritana - tra l’1 e il 16 Gennaio, 100 erano affetti da patologie respiratorie che hanno comportato 10 ricoveri in pediatria e 4 in terapia intensiva neonatale. I dati sono stati diffusi nei giorni scorsi dalla prof.ssa Gitto: " Da ottobre ad oggi su 3244 accessi in Pronto Soccorso, 435 bambini (13,4%) hanno mostrato una patologia respiratoria, 11 di loro sono stati ricoverati in Terapia Intensiva Pediatrica, con necessità, in tre casi, di ricorso all’intubazione e ventilazione meccanica. Numeri in linea con lo scenario nazionale in questo periodo dell’anno, che mettono in luce anche l’importanza di poter contare sulla presenza di Terapie Intensive Pediatriche. È stato dimostrato dai dati della letteratura che un bambino trattato in ambiente pediatrico ha una qualità di cura ed una sopravvivenza più elevata rispetto ai bambini critici ricoverati nelle terapia Intensive dell’adulto. Nonostante questa evidenza i posti letto di Terapia Intensiva Pediatrica in Italia sono pochi e mal distribuiti".
La carenza di posti TIP in Italia
La lettera pubblicata sulla prestigiosa rivista Lancet da parte di alcuni specialisti affiliati alla SARNePI (Società di Anestesia e Rianimazione Neonatale e Pediatria Italiana) nel novembre ultimo scorso ha ribadito, come riferito sempre da Gitto, la carenza dei posti letto di TIP in Italia: solo 273 per una popolazione di 9.788.622 bambini di età 1-18 anni con un rapporto di 1 letto ogni 35.856 pazienti, ben lontano dagli standard raccomandati dall’UE di 1 letto ogni 20.000-30.000 bambini. La carenza di posti letto di TIP è massima al sud e isole (67.3%), è del 42.3% al nord e del 2.2% al centro, creando disparità di assistenza tra regioni e difficoltà di trasferimento dei bambini critici.
"Inevitabilmente - è stato sottolineato - ciò comporta una cattiva distribuzione, una dispersione dei bambini critici tra i vari centri di Terapie intensive Pediatriche, Terapie Intensive dell’adulto, Terapie intensive neonatali, Pronto Soccorso pediatrici e dell’adulto e Unità Operative di Urgenza/Emergenza con il risultato di una sottostima dei bambini bisognevoli di cure ed uno scarso expertise degli operatori a causa dei pochi numeri di ricovero per singolo centro".
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