Ponte sullo Stretto, rinviato anche il ricorso sulle penali. Eurolink e Webuild denunciano “Report”
Le notizie. Le trasmissioni tv. Le denunce e le polemiche. Il Ponte sullo Stretto è una grande (soap) opera, dove ognuno può svegliarsi la mattina e dire la sua. Un clamore mediatico che nessun’altra grande infrastruttura in corso di realizzazione in Italia suscita in tali proporzioni. Penali e ricorso rinviato Cominciamo dalla notizia del giorno. Il Tribunale di Roma ha deciso di rinviare al prossimo mese di settembre la causa che vede la società statunitense “Parsons Transportation” contrapposta alla “Stretto di Messina”. Si tratta del ricorso relativo alla richiesta di risarcimento, dopo che il Governo italiano, presieduto allora da Mario Monti, decise di bloccare le procedure realizzative dell’opera, sospendendo anche gli effetti della gara internazionale per la scelta del “Project management consulting”, già espletata e assegnata proprio alla “Parson”. Era un rinvio atteso, quello del Tribunale, perché la questione delle penali è destinata a risolversi una volta per tutte nel momento in cui ci sarà il voto del Cipess. Lo prevede la legge del 2023: se e quando il Comitato interministeriale approverà il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, automaticamente verranno a cessare tutti i contenziosi in atto e le imprese dovranno rinunciare ai ricorsi intentati contro lo Stato e contro la stessa “Stretto di Messina”. Webuild contro Report Domenica sera “Report”, la trasmissione in onda su RaiTre, ha dedicato spazio al Ponte. E ha scatenato un vespaio. Il Consorzio Eurolink, e l’impresa che lo guida, il Gruppo Webuild, hanno dato mandato ai propri legali di denuncia e richiesta danni contro la Rai, “Report” e il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni. Pomo della discordia è quanto ribadito dal presidente dell’Istituto nazionale di Geologia e Vulcanologia, il quale sostiene che l’Ingv non ha mai espresso un parere ufficiale sul progetto definitivo del Ponte. Durissima la replica di Eurolink-Webuild: «Nove pagine inedite svelano ai cittadini italiani la bufala messa in piedi da “Report” nella puntata del 19 gennaio 2025, che ad arte ha creato una finta inchiesta giornalistica volta a screditare il valore del lavoro condotto per anni da migliaia di ingegneri e tecnici, per rendere possibile la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Il Gruppo è in possesso dell’accordo firmato dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università “La Sapienza” di Roma e dall’Ingv nella persona del suo presidente Carlo Doglioni. Tale accordo smentisce categoricamente quanto indicato da Doglioni durante la puntata di Report, dichiarando “Noi come Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia non siamo stati coinvolti formalmente per dare un parere sulla pericolosità sismica”. L’accordo prevede come attività a carico di Ingv la revisione degli studi geologico-strutturali dell’area dello Stretto di Messina, il riesame critico dei sistemi di faglia attivi nell’area, con distinzione delle faglie capaci laddove possibile, oltre allo studio aggiornato sull’evoluzione delle due coste (Calabria e Sicilia), lungo le componenti verticale e orizzontale, basato su dati geologici (terrazzi marini) e dati geodetici aggiornati.