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Libeskind: Messina, Reggio e Villa unite dal Ponte per una nuova capitale del Mediterraneo

«Un’unica Area metropolitana, la più grande da Napoli in giù. Una delle future capitali del Mediterraneo». Come tutti i grandi progettisti, Daniel Libeskind è un visionario. Il suo progetto di Architettura è già visione del futuro. E «il Ponte che unirà le due sponde dello Stretto, al di là del collegamento fisico, viario e ferroviario, è il simbolo di una connessione che farà di Messina, Reggio e Villa San Giovanni un’unica anima».
Ci crede sul serio, l’archistar di origini polacche, con passaporto statunitense, e non solo perché è lui che vinse, all’inizio del Duemila, il concorso di progettazione per il Centro direzionale del Ponte, ma perché il collegamento stabile nello Stretto «ha la stessa importanza di un eccezionale evento di risonanza mondiale» e, nel resto del mondo, viene visto «come una delle grandi meraviglie del pianeta».

Si presenta puntuale, Daniel Libeskind, all’audizione davanti alla Commissione Ponte, nell’aula consiliare di Palazzo Zanca, accompagnato dalla moglie Nina, accolto dai presidenti del Consiglio, Nello Pergolizzi, e della stessa Commissione, Pippo Trischitta, e poi dal sindaco di Messina, Federico Basile, con il vicesindaco Salvatore Mondello. Ci sono anche il presidente e la vicepresidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Messina, Pino Falzea e Clarastella Vicari Aversa. Nel suo intervento, durato più di un’ora, racconta, in parole e immagini, uno dei suoi “capolavori” architettonici, dopo “Citylife” di Milano e tante altre opere sparse tra Europa e Usa, quel Centro direzionale che dovrebbe sorgere a Villa San Giovanni.

Il perché sia stato ideato sulla sponda calabra è una scelta compiuta nei decenni scorsi, e risponde anche a ragioni tecniche, ma alla fine l’ubicazione è poco rilevante, «perché è un’unica Area metropolitana quella che sarà unita dal Ponte», come va ripetendo Libeskind.

«Sono stato qui già lo scorso anno, Messina è veramente un tesoro prezioso – esordisce così –. Ne sono molto affascinato. Vorrei condividere con voi il progetto del Ponte sullo Stretto e del Centro direzionale, sono sicuro che voi sappiate quanto è importante per trasformare il territorio. Non è soltanto un progetto di alta ingegneria e architettura ma un’occasione per far crescere un’intera comunità, migliorando la qualità della vita dei cittadini delle due sponde dello Stretto in termini di economia, sostenibilità e ambiente. Questo progetto è stato nella mia mente per decenni, l’idea affascinante è di connettere con il Continente questa città che è stata il centro del Mediterraneo e che può tornare ad esserlo».

Libeskind vola più alto delle polemiche o degli aspetti tecnici: «Questo non è solo un intervento infrastrutturale. Voglio farvi rendere conto di quanto queste due sponde siano estremamente vicine ma anche connesse all’intero Mediterraneo e all’Europa». Cita «esempi analoghi», come il Ponte-Tunnel che collega la Danimarca (Copenaghen) e la Svezia (Malmoe), ma anche quello che è in corso di costruzione, a unire la Danimarca e la Germania. «Il Ponte va collegato al patrimonio culturale di queste due sponde, alla bellezza e alla storia dello Stretto di Messina».

E l’architetto ritiene questo progetto «perfettamente compatibile» con l’ambiente, perché andrà ad arricchire, non a deturpare, il paesaggio di questo “piccolo oceano”. «Bisogna trovare un equilibrio tra la memoria, il patrimonio culturale, l’ambiente e la quotidianità. Ciò che è importante è non solo l’infrastruttura ma creare un magnete che possa attrarre qui la gente, integrando la struttura stessa ad altre opere».

Ecco, pronuncia proprio quella parola: magnete. «L’effetto attrazione sarà il più importante, ancor di più di quelli trasportistici», ed è per questo che ha progettato un Centro dove non ci sarà soltanto la sede degli Uffici direttivi della gestione, cura e manutenzione del Ponte, ma un insieme di centri commerciali, hotel, palacongressi, aree per il benessere, piscine, cinema multisala e tante aree verdi. Un’opera alla quale non si è abituati a queste latitudini, che si affaccerà sulla grande “piazza del Mediterraneo”, quella che diventerà «il cuore dell’unica Area metropolitana».

Villa San Giovanni cambierà radicalmente aspetto, «in meglio», con un nuovo waterfront, un porticciolo turistico a Cannitello, una promenade nel verde che porta al Centro direzionale. «L’idea è di far stare la gente insieme, di godere del territorio, di avere servizi. C’è anche la parte legata ai trasporti ma soprattutto bisogna far stare le persone insieme». E i cittadini di Messina-Villa-Reggio «potranno essere orgogliosi» perché «qui si farà la nuova Storia del Mediterraneo».

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