Il Ponte come «metafora assoluta». E come «assoluta necessità». Lo afferma il rettore di e-Campus, il prof. Enzo Siviero (che nel gennaio 2024 era stato sentito in audizione dalla Commissione Ponte di Palazzo Zanca), durante la videointervista con il giornalista Francesco Pungitore, docente di Filosofia ed esperto di Intelligenza artificiale. Un’ampia riflessione che parte dal significato più profondo dell’opera: «Tutti i ponti sono simbolo di connessione e di solidarietà, evocano fratellanza, unione e pace, ed è un valore ancora maggiore in tempi di guerra, come quelli che stiamo vivendo, a un passo da casa nostra». Ponte e pace, sono due parole «che coincidono». E il problema «non è tanto costruire un ponte, quanto avere il coraggio di attraversarlo».
Siviero, che ha seguito fin dagli anni Ottanta-Novanta, l’iter del collegamento stabile nello Stretto, annuncia: «Qui non si tratta più di essere favorevoli o contrari, tra 15-20 giorni ci sarà la “bollinatura” ufficiale da parte del Cipess e la grande sfida comincerà».
Il professore risponde alle domande del giornalista: «Perché il Ponte di Messina è divisivo? Sì,. è vero, è l’unico Ponte che divide perché è diventato un fatto ideologico. Ricordo a tutti che il primo promotore fu un deputato del Partito comunista siciliano, Pancrazia De Pasquale. E che D’Alema, Prodi e Rutelli erano tutti favorevoli, ma oggi poiché lo fa un Governo di destra, bisogna dire che non è necessario. E così si è zittito anche quel 15-20% del Pd e della Sinistra che non ha mai fatto mistero di essere favorevole». Non è la sola grande opera pubblica sulla quale ci sono divisioni e contrasti (la storia delle infrastrutture insegna: è accaduto per la Torre Eiffel e per l’autostrada del Sole, per la Tav e per il Mose) ma, aggiunge Siviero, è l’unico Ponte che viene avversato, «per questioni ideologiche».
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