Dai progetti futuribili alle questioni concrete. I riflettori restano accesi sullo Stretto di Messina, per le vicende legate al collegamento stabile e non solo, in una della fasi storiche più importanti per il nostro territorio. Commissione Ponte Stamane tornerà a riunirsi la Commissione di Palazzo Zanca, presieduta dall’avvocato Pippo Trischitta. Saranno sentiti in audizione gli ingegneri Vincenzo Franza e Giuseppe Palamara e il presidente dell’Ordine degli architetti Pino Falzea. Dopo aver sviscerato il progetto definitivo, le opere viarie e ferroviarie collegate, gli interventi compensativi richiesti dal Comune di Messina, ora è la volta del tema relativo alla valorizzazione in chiave turistica, e non solo trasportistica, del Ponte. Sarà illustrato il progetto – che la “Stretto di Messina”, così come dichiarato dall’amministratore delegato Pietro Ciucci, intende far proprio nell’ambito della progettazione esecutiva – riguardante la creazione di sei Osservatori-Punti panoramici nei traversi del Ponte. Ci saranno ascensori panoramici che dovrebbero portare i turisti ad ammirare lo spettacolo, unico al mondo, dello Stretto visto da un’altezza che dovrebbe di 250 metri sul livello del mare. La proposta progettuale reca la firma proprio degli ingegneri Franza e Palamara, con il supporto dell'arch. Maurizio Nasisi. Come spiega Giuseppe Palamara nella pagina ufficiale di “Strait of Messina Bridge”, il “definitivo” del Ponte «prevede già 8 ascensori nelle 4 gambe delle due torri, alte 399 metri, compresa la base. Con una semplice modifica, gli ascensori potrebbero essere resi panoramici, come in Canada». Si guarda anche ad altri modelli mondiali, come il punto panoramico realizzato sul Ponte Akashi in Giappone, dove i turisti pagano un biglietto di 30 euro per la visita guidata. O come (paragone facile a farsi) la Tour Eiffel, il simbolo di Parigi che accoglie ogni anno oltre 7 milioni di visitatori, o la “Tower of Toronto”, la Torre canadese alta 553 metri che, da quando è stata realizzata (nel 1976), è diventata la più grande attrattiva turistica della città e che ospita, in cima, un ristorante e il “Glass Floor”, un punto di osservazione con terrazza esterna. Oggi, dunque, l’idea progettuale verrà presentata per la prima volta alla città. Scenari ferroviari Intanto, arriva dal Piemonte una notizia che, in prospettiva, potrà coinvolgere anche lo Stretto di Messina e la Sicilia. Le Ferrovie spagnole attraverso la “Renfe Proyectos Internacionales”, controllata al 100% dalla società “Renfe”, che dipende dal ministero dei Trasporti iberico, sbarcano in Italia. E lo fanno, acquisendo il 33% di “Longitude Holding Srl”, cioà la società alla quale fa capo la terza compagnia ferroviaria nazionale “Arenaways”, che punta a fare concorrenza a Trenitalia in Piemonte e che nel prossimo mese di gennaio inaugurerà due tratte regionali. Che c’entrano lo Stretto e la Sicilia? Presto detto. “Arenaways” è – come raccontato più volte dal nostro giornale – l’azienda fondata da un messinese, Giuseppe Arena, oggi presidente onorario, mentre il figlio Matteo è il direttore generale. L’ingresso di “Renfe” (che ha nominato come presidente di “Arenaways” Inmaculata Gutierrez Carrizo), che è l’operatore ferroviario leader in Spagna ed è specializzato nella gestione dei servizi di mobilità urbana (è anche l’operatore della più grande rete ferroviaria ad Alta velocità d’Europa), dimostra la volontà della holding di espandere le proprie attività all’estero. Nella compagine azionaria di “Arenaways” entra anche, sempre con la quota del 33%, il fondo “Serena Industrial Partners”. «L’allargamento della compagine societaria a capitale straniero – si legge nella nota diramata da “Arenaways” – lascia invariata la denominazione sociale dell’azienda e intatta la sua identità italiana, con il mantenimento della sede a Torino». E c’è di più: prendono sempre più corpo i progetti di estensione del servizio ad altre linee nell’ambito del trasporto pubblico locale, fuori dal Piemonte, in particolare al Sud, tra Calabria e Sicilia.