Ponte, si chiude la Conferenza dei servizi: le prescrizioni di tutti i Dipartimenti regionali
Si chiude la fase della Conferenza dei servizi relativa all’esame del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. La Regione siciliana, quella calabrese e gli Enti locali interessati, a partire dai Comuni di Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria, hanno fatto pervenire al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le proprie osservazioni e valutazioni. Da Palermo ha risposto il coordinatore dei pareri dei vari Dipartimenti regionali, e delle stesse Amministrazioni territoriali, l’ing. Leonardo Santoro, segretario generale dell’Autorità di bacino per la Sicilia. Il parere espresso lo scorso 9 ottobre e trasmesso a Roma richiama «integralmente le prescrizioni e gli adeguamenti progettuali delle opere, il rispetto delle peculiarità del territorio in cui esse ricadono e l’aderenza alla pianificazione regionale vigente, nonché all’evoluzione normativa intercorsa dalla redazione del progetto definitivo». Ecco, dunque, i pareri dei vari Dipartimenti.
Arpa Sicilia
Dall’Agenzia regionale protezione ambiente arrivano alcune integrazioni. 1) «Un Piano di monitoraggio ambientale e sociale unificato». 2) «Verifica preliminare dell’effettiva destinazione d’uso delle terre e rocce da scavo». 3) «Predisporre il Piano di gestione rifiuti per terre e rocce da scavo». 4) «Approfondimenti su compatibilità all’utilizzo degli inerti e caratteristiche materiali dei ripascimenti, protezioni per i siti intermedi di deposito temporaneo». 5) «Includere analisi sul traffico di cantiere nello Stretto, con conseguente interruzione o parzializzazione del transito navale, e conseguente impatto generato dalle variazioni delle ordinarie rotte navali». 6) «Verifica sull’effettiva capienza dei siti “Sra”». 7) «Approfondimenti sulle analisi condotte riguardo l’impatto sociale, economico e ambientale con l’inserimento di scenari alternativi sulle ipotesi di completamento delle opere infrastrutturali del sistema logistico e dei trasporti siciliano».
Asp Messina
L’Azienda sanitaria provinciale ritiene necessario «garantire in fase di cantiere l’invarianza dei tempi di intervento dei mezzi di assistenza sanitaria e protezione civile; il mantenimento del buono stato quali-quantitativo della risorsa idrica destinata al consumo umano; la qualità delle acque di balneazione; l’attuazione di un programma di tutela della salute dei lavoratori impegnati nei cantieri». Dipartimento Ambiente Ai fini demaniali marittimi, si approva l’intervento definitivo proposto, comunicando «la necessità di acquisire la concessione delle aree marittime sulla base del progetto esecutivo», anche se, nelle more del rilascio della concessione, potrà essere avanzata la richiesta di occupazione delle aree marittime.
Dipartimento Urbanistica
L’ufficio regionale retto dall’arch. Calogero Beringheli ha acquisito «le criticità dei Comuni di Messina, Venetico, Valdina, Torregrotta, Saponara e Villafranca Tirrena», relativamente alle interferenze tra i cantieri del Ponte e gli strumenti urbanistici vigenti. Questi i punti elencati: 1) «Apporre vincolo preordinato all’esproprio per aree non rientranti nella precedente delibera Cipe del 2003. 2) «Considerare soluzioni progettuali alternative per garantire l’utilizzo di infrastrutture viarie già esistenti o di nuova realizzazione». 3) «Corredare la progettazione con parti attualmente mancanti, relative ad opere nodali di competenza di Rfi o Anas». 4) «Risolvere la criticità riscontrata sulla localizzazione di cantieri operativi in aree territoriali non idonee». 5) «Valutare la possibilità di impiego di opere già esistenti, come il pontile di Giammoro e la viabilità Asi». 6) «Valutare le varianti migliorative proposte dai Comuni interessati». 7) «Provvedere alla preliminare bonifica e messa in sicurezza della discarica di Venetico». Si fa notare, inoltre, che «il progetto risulta elaborato su cartografia non aggiornata, antecedente a Piani sovraordinati (Pai, Ptp e altri)». Protezione civile Il Dipartimento regionale, coordinato dall’ing. Salvatore Cocina, ritiene necessari «studi sulla pianificazione di emergenza, in fase realizzativa e di esercizio, per scenari a rischio relativi ad eventi calamitosi naturali o derivanti dall’uomo».
Genio civile
L’Ufficio diretto dall’ing. Santi Trovato ha chiesto alla “Stretto di Messina” di attivarsi per richiedere il rilascio del parere previsto per legge, dal momento che «l’opera in progetto, unitamente a quelle propedeutiche e a quelle compensative, interesserà l’occupazione di aree aventi destinazione urbanistica diversa da quella attualmente in vigore nel Prg di Messina». E proprio al Comune di Messina si chiede, invece, l’aggiornamento del Piano regolatore vigente. Tra le prescrizioni, il Genio civile sollecita la “Stretto” ad acquisire il parere per le aree “Pai” a rischio elevato e molto elevato e ad adeguare il progetto «con il dimensionamento delle opere idrauliche a corredo delle piattaforme stradali e ferroviarie». Per le aree interessate da variante allo strumento urbanistico vigente, si prescrivono «elaborati progettuali, studi sismotettonici per faglie attive, studio geologico e studi idraulici».
Soprintendenza di Messina
Nel parere rilasciato dall’ente guidato dall’architetta Mirella Vinci, si evidenzia che «il Piano paesaggistico dell’ambito 9, adottato nell’ottobre 2019, non tiene conto dei contenuti del progetto in argomento, pertanto il progetto e la pianificazione presentano elementi di incoerenza reciproca». Tra le integrazioni richieste, «una verifica dell’interferenza dell’opera con i beni paesaggistici vincolati presenti nel Piano dell’Ambito 9»; «aggiornamento della Relazione paesaggistica, con l’inclusione delle previsioni normative sull’impatto delle grandi opere»; «mettere in atto una strategia d’integrazione architettonica e urbanistica dell’opera in relazione al contesto naturale del sito»; «revisione del Piano d’indagine archeologica»; «redazione di specifici progetti di restauro-rifunzionalizzazione-valorizzazione relativi ai Beni dichiarati di interesse culturale interferenti con i lavori»; «individuazione e mappatura di tutti i Beni sottoposti a tutela; «sorveglianza archeologica di tutti i lavori che comportano scavo e movimento terra».
Autorità di bacino
L’organismo tecnico presieduto da Santoro ritiene «necessario aggiornare lo stato conoscitivo e le valutazioni di impatto e della qualità dei corpi idrici secondo le indicazioni del Piano di gestione del Distretto idrografico della Sicilia». Si chiede, tra l’altro, l’approfondimento progettuale «in termini di mitigazione sulla potenziale riduzione della produttività per interferenze sulle risorse vincolate, di smaltimento delle acque reflue e meteoriche, sull’approvvigionamento idrico in fase di cantiere». Si considera necessario, «prima del dimensionamento strutturale delle opere, la predisposizione di uno studio di microzonizzazione sismica di terzo livello nelle aree di contrada Margi». E poi si è chiesto alla “Stretto” di verificare la compatibilità delle «numerose interferenze tra il reticolo idrografico e le opere in progetto».