Interesse strategico nazionale, procedure accelerate anche per il Ponte sullo Stretto
«Semplificazione nei procedimenti di Valutazione ambientale»: è il titolo di uno degli 11 articoli di cui si compone il cosiddetto “Ddl Ambiente”, approvato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri. Ed è un tema, quello contenuto nel decreto del Governo, che non si può non collegare all’iter di alcune grandi opere pubbliche in itinere, prima fra tutte, ovviamente, il Ponte sullo Stretto, la cui progettazione definitiva è al vaglio della Commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente. Il decreto si muove su un orizzonte ampio, prevedendo nuove norme per la tutela delle acque, misure per l’economia circolare, le bonifiche e il contrasto al dissesto idrogeologico, per rafforzare la cura e la manutenzione di paesaggio e verde pubblico. «Questo testo – afferma il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin – porta chiarezza e, laddove possibile, regole più semplici in settori fondamentali per la transizione. È un testo che tiene insieme la primaria esigenza di tutela ambientale con il bisogno di liberare, valorizzandole, grandi energie e buone pratiche esistenti in Italia». Gli fanno eco le parole della viceministra Vannia Gava: «Semplifichiamo le procedure autorizzative e rafforziamo gli approvvigionamenti nazionali, promuoviamo l’economia circolare facilitando il lavoro delle imprese e mettiamo in sicurezza il territorio da siccità e alluvioni». Ma la polemica, sul piano politico, s’incentra, come era prevedibile, sul comma 1 dell’articolo 1 che punta a velocizzare le procedure di Valutazione d’impatto ambientale, anche (ma non solo) in riferimento a determinate opere pubbliche e senza inficiare il ruolo e le competenze degli organismi tecnici di valutazione. A fronte della grande mole di istanze da sottoporre alle Commissioni Via-Vas e Pnrr-Pniec, la norma stabilisce una priorità nell’ordine di trattazione delle istanze, da definirsi con un successivo decreto ministeriale. Insomma, verrà data «una corsia veloce» ai progetti considerati «di interesse strategico nazionale», «privilegiando l’affidabilità, la sostenibilità tecnico-economica, il contributo agli obiettivi Pniec, l’attuazione di investimenti Pnrr e la valorizzazione dell’esistente».