Il Ponte resta, al momento, sullo sfondo. Il protocollo d’intesa sarà, in ogni caso, sottoscritto, anche se alla fine l’iter di progettazione e costruzione del collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto dovesse clamorosamente arrestarsi. L’accordo per la riconquista di tutti gli spazi urbani, che un tempo erano occupati dai binari oggi dismessi, è un passaggio cruciale per il futuro di Messina. E ieri se ne è discusso a Roma, nel corso di una riunione svoltasi nella sede della società “Stretto di Messina”, presenti i vertici di Rete ferroviaria italiana e di Palazzo Zanca. Un incontro definito “tecnico” nel comunicato diramato dalla società amministrata da Pietro Ciucci, «con l'obiettivo di definire un protocollo d’intesa volto alla riqualificazione urbana delle aree messinesi non più funzionali all’esercizio ferroviario, anche alla luce della realizzazione del Ponte sullo Stretto». Il sindaco Federico Basile, intervenuto insieme con il vicesindaco Salvatore Mondello, ha chiesto come primo atto concreto, nell’ambito di questo accordo, la restituzione alla città delle aree, già disponibili, dell’ex Officina Fs Gazzi. Successivamente, se si dovesse entrare nella fase realizzativa del Ponte, con tutte le opere ferroviarie connesse, potranno essere recuperate ampie aree di pregio del waterfront messinese compreso tra la Falce e il torrente Gazzi, «secondo progetti da definirsi con attenzione alle esigenze della cittadinanza e con il coinvolgimento delle massime professionalità per la migliore valorizzazione architettonica dell’area», come recita ancora la nota stampa. Alla riunione, oltre a Basile e Mondello e all’ad della “Stretto” Pietro Ciucci, hanno partecipato anche il senatore Nino Germanà, segretario dell’ottava Commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama, il deputato nazionale di Sud chiama Nord ed ex assessore comunale Francesco Gallo, il presidente di Rfi, Dario Lo Bosco, insieme con l’amministratore delegato di Fs Sistemi urbani, Umberto Lebruto.
«La città potrà riqualificare ampi spazi del suo affaccio a mare, c’è e ci sarà piena sinergia con gli enti locali», ha assicurato il presidente Lo Bosco. E Ciucci ha ribadito il concetto che va ripetendo da mesi: «Massima collaborazione con le Amministrazioni comunali e le Città metropolitane dello Stretto, il Ponte sarà un’opera del territorio e per il territorio, oltre che un’infrastruttura strategica per l’intero Paese e per l’Europa».
«Il mio impegno come sindaco – ha precisato, da parte sua, Federico Basile – è focalizzato sulla salvaguardia del territorio e sullo sviluppo sostenibile di tutte le aree che stiamo già riattivando nella nostra splendida città. Questo incontro a Roma è stata un’occasione importante per aprire un tavolo di dibattito sulle aree ferroviarie dismesse. Abbiamo un patrimonio immenso da rivalutare e rigenerare. Basta pensare alle ex Officine Grandi riparazioni di Gazzi, di proprietà di Rfi, che occupano 51.000 metri quadri di territorio, una porzione di territorio che merita di essere restituita alla pubblica fruizione. Un protocollo di intesa serve a formalizzare l’impegno di tutti per restituire quest’area alla nostra comunità».
Come è stato sottolineato innumerevoli volte, il Ponte è anche una grande opera ferroviaria, oltre che viaria. Il progetto prevede la realizzazione di tre nuove fermate urbane (Europa, Annunziata e Papardo) che dovrebbero costituire la Metropolitana dello Stretto, collegata direttamente a Reggio e Villa San Giovanni. Nello stesso tempo, si sta progettando la vera nuova Stazione centrale di Messina, prevista tra Contesse e Gazzi e denominata “Messina Ponte”. È in questo punto nevralgico che sarà concentrato il traffico ferroviario a lunga percorrenza da e per il Continente. Tutto ciò comporterà ovviamente la necessità di riconvertire l’attuale Stazione centrale che potrebbe diventare, valorizzando il pregevole edificio progettato dall’architetto Mazzoni, un nuovo Polo di centralità urbana, con la dismissione di gran parte degli attuali binari (l’area di piazza della Repubblica dovrebbe mantenere la funzione di capolinea per il traffico regionale e di collegamento con le invasature della Stazione marittima). Ma è evidente che le prospettive di ridisegno urbano di tutta quella zona sono destinate a cambiare radicalmente, così come tutte le altre porzioni di waterfront dove insistono al momento strutture e fabbricati di proprietà del Gruppo Fs.
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