Messina

Giovedì 21 Novembre 2024

Ponte sullo Stretto, «la legalità è una pre-condizione»

Le questioni della legalità e della tutela dell’ambiente restano al centro del dibattito riguardante il Ponte sullo Stretto, così come dovrebbe essere per tutte le altre grandi opere pubbliche del Paese (ma sulle quali regna spesso il silenzio). L’inchiesta di Milano sui rapporti tra mafia e appalti ripropone con forza uno dei temi che è anche diventato una sorta di “slogan” del Governo e dei soggetti attuatori della legge per la realizzazione del collegamento stabile, la società “Stretto di Messina” e il gruppo Webuild. Proprio quest’ultimo, il colosso delle costruzioni italiano, ha nominato alla presidenza del Consorzio “Eurolink” l’ex capo della Polizia di Stato, Gianni De Gennaro, il quale ribadisce quanto detto di recente, durante un incontro svoltosi a Catanzaro: «Nessun rischio di infiltrazione mafiosa per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Saranno rispettate al massimo tutte le norme e ci sarà una costante collaborazione con le istituzioni competenti. E questa è la prevenzione. Poi ci sono anche gli strumenti per reprimere. Mi sento assolutamente sereno e tranquillo sul fatto che ci saranno tutte le condizioni per lavorare in trasparenza, legalità e rispettando le leggi». Importantissima diventa l’opera preventiva, la vigilanza e l’attenzione coordinata da parte di tutti gli organi dello Stato e delle Regioni interessate. «Ma se lo Stato dovesse rinunciare ai suoi obiettivi per la paura delle infiltrazioni mafiose, allora non si dovrebbe fare neppure un’opera pubblica, niente di niente, come forse vorrebbe qualcuno...», è quanto va ripetendo il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Per quanto riguarda le procedure di competenza del Mase, il ministero dell’Ambiente, ieri è andato in scena l’ennesimo botta e risposta tra il Wwf e la “Stretto di Messina”. In una nota inviata a tutti i deputati nazionali, il Wwf Italia ha ribadito la propria contrarietà alla proposta del Governo, inserita nel Dl Infrastrutture, attualmente in fase di conversione in legge alla Camera, di procedere all’approvazione del Ponte sullo Stretto per parti separate consentendo così subito l’apertura dei cantieri. L’associazione ambientalista ha allegato copia di una relazione tecnica del prof. Antonino Risitano, «con cui si documenta come nello stesso progetto esecutivo del Ponte sia esplicitamente espressa la raccomandazione di procedere preliminarmente con una serie di “test di fatica” soprattutto sulla tenuta dei cavi e degli appoggi nella fase di progettazione esecutiva». Nella sua relazione – sostiene il Wwf –, «Risitano documenta anche come al momento questi test siano impossibili per la mancanza di macchinari idonei dato il dimensionamento delle parti che devono essere testate». Una posizione, quella del docente messinese, «che non può essere ignorata visto che si vuole procedere ad approvare l’opera per parti separate cantierabili, poiché questa procedura deve necessariamente basarsi sulla certezza della fattibilità di tutte le parti: non ha alcun senso approvare stralci esecutivi di un Ponte a cui non possono seguire stralci altrettanto esecutivi». Non si è fatta attendere la replica dell’ad della “Stretto”: «La progettazione esecutiva del Ponte – chiarisce Pietro Ciucci –, sviluppata per fasi costruttive, è in linea con le “best practice” internazionali e, al contrario dei timori espressi dal Wwf, ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi. Il Ponte è un insieme di opere: le opere anticipate, le opere di accompagnamento ambientale, i raccordi a terra, oltre 40 chilometri di strade e ferrovie, funzionali, percorribili e utili fin da subito alla popolazione. Ponte, torri e blocchi di ancoraggio saranno ovviamente un unico progetto. La fattibilità tecnica del progetto non è mai stata messa in discussione, ed è comprovata da anni di ricerche e prove con il coinvolgimento di primari istituti scientifici e dei massimi esperti che hanno realizzato i maggiori ponti sospesi in tutto il mondo. Le risposte alle osservazioni del Mase, che sono in corso, saranno trasmesse entro la scadenza del 12 settembre. Il progetto definitivo aggiornato dovrà essere approvato per legge dal Cipess e quindi soltanto successivamente prenderà il via la progettazione esecutiva. Per quanto riguarda il tema dei tempi e modalità delle prove di “fretting fatigue”, ovvero fatica da “sfregamento” cavi-selle – insiste Ciucci –, la nota del Wwf riprende il parere espresso unicamente dal professore Risitano, al quale la “Stretto di Messina” ha più volte dato risposta, precisando che le prove hanno una durata di alcuni mesi e si avvalgono di martinetti idraulici e strutture con dimensione massima di 20-25 metri ed è pertanto falso che non ci siano strumenti idonei per questi test. Non è stata la “Stretto di Messina”, come afferma il Wwf, ad annunciare il finanziamento Ue per la progettazione esecutiva della parte ferroviaria dell’opera, ma la Commissione europea stessa il 17 luglio scorso. Peraltro, si ricorda che il 13 giugno 2024 il Consiglio europeo ha confermato l’intesa raggiunta con gli Stati membri che prevede, tra l’altro, il collegamento stabile nello Stretto di Messina, nell’ambito del corridoio “Scandinavo-Mediterraneo”. Tutto ciò conferma che è possibile l’ulteriore finanziamento dell’opera da parte dell’Ue, che è ovviamente correlato alle fasi di progettazione ed esecuzione, nel rispetto delle normative europee. La nota del Wwf, sommando rilievi infondati di tipo ingegneristico, finanziario e procedurale, persegue l’obiettivo di impedire la realizzazione del Ponte piuttosto che dare eventuali contributi, anche critici, per migliorare la stessa». Di Ponte, opere connesse, riqualificazione dei territori, rigenerazione urbana, si è parlato ieri, a Taormina, durante la prima giornata di “Thinkingreen”, l’iniziativa, promossa da Michel Curatolo, nell’ambito dei “Nation Awards”. Numerosi gli interventi di architetti ed esperti, tra i quali, da remoto, anche Massimiliano Fuksas. È mancato, però, per l’assenza di Salvini, il confronto previsto tra l’archistar e il ministro delle Infrastrutture.  

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