Messina

Venerdì 18 Ottobre 2024

Ponte sullo Stretto di Messina, riaccesi i riflettori a Montecitorio

Il Ponte sullo Stretto torna sotto i riflettori di Montecitorio. È stato, infatti, uno dei temi portanti delle audizioni avviate ieri dalla Commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame del Dl Infrastrutture. Sono stati sentiti il presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione, Giuseppe Busia, la sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti, i rappresentanti del Comitato messinese “Invece del Ponte”, Guido Signorino, e del Wwf Italia. Nei prossimi giorni toccherà al sindaco di Messina Federico Basile. La giornata è stata caratterizzata soprattutto dal botta e risposta (l’ennesimo, dal 2023 a oggi) tra l’Anac e la “Stretto di Messina”, la società dello Stato italiano incaricata di realizzare il collegamento stabile tra l’Isola e il Continente. Durante il suo intervento in Commissione, il presidente Busia ha preso atto del fatto che il precedente termine del 31 luglio 2024 (era stato indicato dalla legge approvata dal Parlamento nel maggio 2023), per l’approvazione del progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto, è « ormai irrealistico» e, infatti, «nel nuovo decreto Infrastrutture viene totalmente cancellato». Ma adesso, aggiunge Busia, «sarebbe opportuno fissare un termine: averlo è essenziale per valutare lo svolgimento dell’opera». In merito alla possibilità di «approvazione per fasi costruttive» del progetto esecutivo, contemplata dal Dl emanato dal Governo , l’Anac sottolinea che «per un’opera come il Ponte sullo Stretto di Messina è necessario avere un progetto esecutivo unitariamente considerato, altrimenti si rischierebbe di approvare singole fasi del progetto senza essere certi che queste fasi vadano a collegarsi l’una con l’altra. Bisogna avere una visione unitaria, altrimenti, non sarà possibile avere un quadro chiaro dell’effettiva realizzabilità dell’opera e dei relativi costi». Infine, Busia ha auspicato che, insieme con il voto del Cipess, ci sia anche il parere del Consiglio di Stato. E sui futuri costi dell’opera, l’Anac ribadisce che «se il ministro ha bisogno di più esperti è giusto che possa avvalersene, ma la cosa importante è che l’asseverazione, che ha a che fare con oneri, costi e piano finanziario, sia affidata anche alla Corte dei conti oltre che al Cipess e alle commissioni parlamentari». La replica dell’amministratore delegato della “Stretto” non si fa attendere. «Non ci sono dubbi sulla certezza delle fasi costruttive del Ponte sullo Stretto né indeterminatezza sui costi, non c’è un rischio di incompiuta, il progetto è assolutamente fattibile ed è stato aggiornato nelle modalità previste per legge», afferma Pietro Ciucci. «Con l’approvazione da parte del Cipess del progetto definitivo – aggiunge –, sarà approvato anche il Piano economico-finanziario che accerterà l’esistenza della copertura per l’intero fabbisogno dell’opera, proprio per evitare rischi di incompiuta, che nella maggior parte dei casi discendono da mancanza di fondi in itinere. La progettazione esecutiva, che potrà essere sviluppata per fasi costruttive in linea con le “best practice” internazionali, adottate per numerose grandi opere pubbliche, al contrario dei timori espressi, ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’infrastruttura, contenendo tempi e costi». E Ciucci risponde anche a chi continua a parlare di “cattedrale nel deserto”: «Il Ponte è un insieme di opere: le opere anticipate, le opere di accompagnamento ambientale, i raccordi a terra, oltre 40 km di strade e ferrovie, funzionali, percorribili e utili fin da subito alla popolazione. Ponte, torri e blocchi di ancoraggio faranno parte ovviamente di un unico progetto. La fattibilità tecnica del progetto non è mai stata messa in discussione, le risposte alle osservazioni del Mase, che sono in corso, saranno completate prima dell’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess e quindi in anticipo rispetto all’avvio della progettazione esecutiva. Inoltre, lo schema di decreto introduce nuovi passaggi procedurali volti ad assicurare il controllo da parte dello Stato, nel rispetto della massima trasparenza. Pertanto – conclude Ciucci – le norme introdotte dal decreto Infrastrutture non comportano aumento dei costi rispetto a quanto fissato da normative già da tempo in vigore».

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