Messina

Giovedì 21 Novembre 2024

Il sismologo Faccioli: «Il Ponte sullo Stretto resisterebbe a terremoti come quello del 1908»

Il Ponte può resistere a terremoti anche più violenti di quello del 1908. E, in ogni caso, le attuali conoscenze scientifiche portano ad escludere che si possa superare la magnitudo registrata per il sisma di quel tragico 28 dicembre. Sono due degli elementi più importanti emersi dalla seduta di ieri della commissione Ponte del consiglio comunale, nella quale “ospite d’onore” era uno dei più importanti esperti di sismologia in Italia, il prof. Ezio Faccioli del Politecnico di Milano. Ordinario di ingegneria sismica, è anche uno dei quattro componenti dell’Expert Panel che ha supportato la Stretto di Messina per le attività tecnico-specialistiche di alta sorveglianza, legate all’approvazione della relazione di aggiornamento del progetto definitivo. Nell’aula di palazzo Zanca, ieri, anche l’ing. Achille Devitofranceschi, dirigente di Anas e della Stretto, tra i progettisti della metropolitana di Roma, e l’ing. Massimo Tarquini Guetti. «I grandi ponti sospesi – ha ribadito Faccioli, in collegamento video – sono poco sensibili al terremoto, perché hanno sistemi elastici con tempi di oscillazione molto lunghi, circa 30 secondi, mentre i terremoti generano scuotimenti in cui le oscillazioni del suolo hanno valori sensibilmente inferiori, intorno ai 5 secondi. Questo spiega perché, ad esempio, un ponte molto famoso come il Golden Gate di San Francisco sia stato progettato tenendo conto di azioni sismiche minime, ma abbia poi superato terremoti con oscillazioni di gran lungo superiori». Per lo Stretto il valore di riferimento è ovviamente il terremoto del 1908 con la sua magnitudo 7.1, «un valore importante – ha chiarito Faccioli –, ma che si verifica due-tre volte ogni anno in Giappone». E soprattutto, un valore che non può essere superato: «Si leggono spesso dichiarazioni sui giornali sul fatto che potrebbero verificarsi terremoti più forti, questo sicuramente non è suffragato dai fatti. Un terremoto 7.1 presuppone che possa verificarsi una rottura in profondità di una faglia lunga all’incirca 30-40 km». La faglia di riferimento nello Stretto di Messina, quella “protagonista” del sisma del 1908 e che rappresenta la base per il progetto del Ponte, «ha una larghezza di 20-25 km e una lunghezza di 30-40 km». Ecco perché, ha sottolineato Faccioli, «nello Stretto non esistono, alla luce delle conoscenze che abbiamo, delle faglie di lunghezza maggiore in grado di supportare terremoti di magnitudo superiore a 7». In ogni caso, ha aggiunto Devitofranceschi, «il Ponte è già testato per scuotimenti anche superiori. L’impalcato sente poco o niente, le torri sono due grattacieli, tra le strutmigliori nel rispondere ai terremoti». Riguardo al presunto movimento di un centimetro l'anno della Sicilia rispetto al “continente”, questa è la risposta dei tecnici intervenuti ieri: «Gli spostamenti sono nell’ordine di grandezza di frazioni di millimetro. In ogni caso il ponte di Akashi, il secondo ponte sospeso più lungo del mondo, ha retto allo spostamento di un metro e mezzo in un colpo solo». Faccioli ha però ammesso: «Si sono verificati in Italia terremoti di magnitudo tra 6 e 6.5 che hanno generato localmente scuotimenti con valori di accelerazione massima del territorio superiori a quelli per i quali è stato progettato il Ponte. Ma sono stati registrati in zone montagnose, che per conformazione morfologica si prestano ad amplificare lo scuotimento, lo stesso non potrebbe avvenire in una zona piana come quella dello Stretto. In ogni caso tra le raccomandazioni espresse sia dal comitato scientifico, sia dal gruppo di esperti, c’è anche che questi dati vengano usati per successive e più raffinate verifiche sulla struttura del Ponte».

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