Messina

Sabato 23 Novembre 2024

Cavi e interferenze del Ponte: ecco la replica della società "Stretto di Messina"

L’opera più studiata, analizzata, sviscerata al mondo. Ma anche la più contestata, controversa, divisiva. Dalle origini ai giorni nostri, non cambia il destino del Ponte e non passa giorno che non ci sia un botta e risposta tra contrari e favorevoli, annotazioni critiche rilanciate dal circuito mediatico nazionale e risposte della società statale che ha avuto l’incarico di presiedere alla progettazione e alla futura costruzione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Dopo la notizia della richiesta di una proroga, per rispondere in modo più approfondito alle 237 osservazioni della Commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente, la “Stretto” di Messina interviene su alcuni punti intorno ai quali si continua a discutere. Intanto, c’è la difesa a spada tratta del lavoro dei progettisti, «la più grande squadra mai messa in campo in Italia, con centinaia tra i più valenti professionisti nazionali e internazionali», contro chi definisce il progetto del Ponte «una scatola vuota», chi parla di un «grande bluff», chi sostiene che «l’opera non reggerà», chi denuncia la presunta mancanza di studi del vento o di verifiche relative agli effetti dei terremoti. I cavi del Ponte La prima risposta della “Stretto” è «in relazione ad alcune affermazioni prive di fondamento tecnico-scientifico emerse sui media, relative ai cavi principali del Ponte sullo Stretto di Messina che sarebbero dei “prototipi”, e a connesse sperimentazioni di “difficilissima esecuzione”, tramite “macchine colossali” e “tempi lunghi di esecuzione”». Ebbene, secondo la Spa presieduta da Giuseppe Recchi e amministrata da Pietro Ciucci, «i cavi principali del Ponte non sono un prototipo. In particolare, i quattro cavi principali, realizzati mediante l’impiego di “Ppws”, funi prefabbricate da 127 fili, zincati e ad alta resistenza, sono di dimensioni analoghe a quanto già realizzato per il Ponte giapponese “Akashi Kayko”, in esercizio da 26 anni. Inoltre, si rappresenta che recenti realizzazioni (lo “ShiZiYang Bridge” in Cina, del 2020) vedono l’impiego di cavi di diametro anche superiore a quelli del Ponte sullo Stretto (1,30 m vs 1,26 m). Per quanto riguarda il tema dei tempi e modalità delle prove di “fretting”, ovvero fatica da “sfregamento” cavi-selle, queste hanno una durata di alcuni mesi, non certo di anni o tantomeno di decenni, e si avvalgono di martinetti idraulici e strutture con dimensione massima di 10-15 metri, difficilmente definibili come “macchine di colossale dimensione”». Le interferenze viarie La seconda risposta è «in merito a ipotetiche interferenze sulla viabilità cittadina». Il riferimento è a a quanto dichiarato dall’architetta Cutroneo, dirigente del Comune di Messina, in aula consiliare durante l’audizione della Commissione Ponte di mercoledì 8 maggio. «È stato detto – replica la società “Stretto” – che le interferenze con la viabilità cittadina sono pesanti, elencando in particolare quattro “criticità”, che non prevedono viabilità alternativa. 1) Non risponde a verità che il cantiere della Torre non preveda una viabilità alternativa alla via Circuito. Dal momento che l’area di cantiere si estenderà sino al mare (per consentire l’installazione di un pontile provvisorio utile all’arrivo e la partenza, via mare, dei materiali necessari e dei materiali di risulta), è prevista la realizzazione di una viabilità alternativa che aggirerà l’area di cantiere, al fine di garantire continuità al traffico stradale e permettere il collegamento a via Circuito. 2) Non risponde a verità che il cantiere per la realizzazione del viadotto Pantano, tra l’arrivo del Ponte sospeso e la collina di Granatari, non preveda una viabilità alternativa alla salita Frantinaro, che collega la parte terminale della strada Panoramica al rettilineo di Granatari. La viabilità alternativa sarà realizzata, naturalmente, prima dell’inibizione al traffico della salita Frantinaro, garantendo sempre anche l’accesso al vicino cimitero. 3) La progettazione della “Fermata Europa” della Metropolitana dello Stretto è stata attentamente studiata per ridurre al minimo le interferenze sulla circolazione nelle vie adiacenti. L'elaborato “Cz404F0” illustra chiaramente le diverse fasi di scavo della stazione. Nella prima, il segmento di viale Italia all'incrocio con viale Europa, subirà una deviazione temporanea della durata di alcuni mesi. Tale deviazione consisterà in una carreggiata a senso unico alternato, controllata da semaforo, con una larghezza di 3,20 metri. Questo assetto provvisorio permetterà il proseguimento dei lavori mantenendo attivo il flusso veicolare, limitando le ripercussioni sulla fluidità del traffico nell'area interessata. Ulteriori analisi per migliorare la gestione del traffico saranno esaminate nelle prossime fasi di sviluppo del progetto. 4) Infine, non risponde a verità che il nuovo tracciato autostradale sia in conflitto con l’impianto di gestione dei rifiuti a Pace, poiché l’area di cantiere che sarà predisposta per la realizzazione dell’omonimo viadotto Pace avrà termine al di fuori dei muri perimetrali di confine dell’impianto». Il «necessario rinvio» E sulla necessità di spostare di qualche mese la data per la conclusione dell’iter della progettazione esecutiva, interviene il prof. Enzo Siviero, uno dei massimi progettisti ed esperti di ponti al mondo, il quale, a “Sicilia in Progress”, dichiara: «Ritengo che la tempistica effettiva sia pragmaticamente più stretta, richiamando tutta la fase preliminare della logistica della cantierizzazione e dell’organizzazione di impresa. Il parere del Cipess è dirimente. Indagini ulteriori soprattutto per le gallerie, rilievi più puntuali anche in relazione alle interferenze con i servizi esistenti e il riassetto viario... E poi il reclutamento delle maestranze e dei tecnici necessari a condurre la realizzazione delle varie opere anche in contemporanea. Insomma, un intervento straordinario che esige uno sforzo epocale! Qualche mese non sposta nulla sull’esito finale. Se pensiamo ai tempi biblici usualmente necessari in Italia per condurre a termine lavori di ben minore importanza». E ancora: «L’attuale progetto definitivo è quasi esecutivo».

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