«La progettazione è stata sviluppata con l’intenzione di evitare scelte estreme e di adottare per le singole componenti del Ponte soluzioni costruttive già sperimentate con successo in altri ponti costruiti e in esercizio, alle quali sono dedicate numerosi elaborati progettuali. Quale esempio si citano: la tecnica costruttiva dei cavi principali, già utilizzata nelle maggiori realizzazioni degli ultimi decenni (Ponti sospesi Akashi, Canakkale, Oman Gazi), ossia quella di impiego di funi prefabbricate; la struttura delle torri che utilizza acciai ad alta resistenza in grande spessore, come per i ponti Akashi e Canakkale, nonché le tecniche di costruzione, del tutto analoghe a quelle dei Ponti appena citati, peraltro in condizioni morfologiche e di ventosità non meno impegnative di quelle dello Stretto di Messina; le tecnologie adottate per la movimentazione e il sollevamento dei conci dell’impalcato, anche in questo caso analoghe a quelle utilizzate con successo in molti altri Ponti sospesi. In conclusione, si può affermare che la completezza degli studi costruttivi eseguiti, escludono l’insorgenza di problemi costruttivi non preventivati e non risolvibili durante la costruzione, esattamente così come è avvenuto per gli ultimi Ponti sospesi realizzati nel mondo».
La “Stretto di Messina”, con la sua folta squadra di tecnici, ingegneri, architetti, urbanisti, geologi, esperti di vento e terremoti, va avanti per la sua strada. «Nessuna battuta d’arresto, nessuno stop imprevisto, si sta lavorando al massimo delle nostre competenze e professionalità», ribadisce l’amministratore delegato Pietro Ciucci. Le sue dichiarazioni sono state interpretate come l’annuncio di un rinvio inaspettato, dopo che per lunghi mesi era stato fissato, stando alle ripetute affermazioni del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, l’avvio dei primi cantieri entro l’estate 2024. Ma, in realtà, ha spiegato Ciucci, «si sapeva già che il termine del 31 luglio, fissato con il decreto legge del marzo 2023, per la definizione del progetto esecutivo, era un orizzonte temporale di riferimento, non una scadenza perentoria».
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