Tre sono gli step previsti dal Parlamento europeo, nella risoluzione votata nei giorni scorsi con la rimodulazione delle Reti di trasporto Ten-T, all’interno delle quali, come tassello essenziale di completamento del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, è stato inserito il Ponte sullo Stretto, insieme con le tratte ferroviarie ad Alta velocità Milano-Treviglio-Verona e Bologna-Ancona-Pescara-Foggia e il Tunnel di base del Brennero tra Italia e Austria.
Gli orizzonti temporali
Tre step, dunque, che coincidono con le tre fasi previste dalla Commissione Ue e ratificate dal Parlamento di Strasburgo: fino al 2030 per la Rete centrale, al 2040 per la Rete centrale estesa e al 2050 per la Rete globale. Cosa significa? Tutte le infrastrutture previste in questa grande articolazione dei nove Corridoi transeuropei andrebbero realizzate entro il 2030, compreso il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. In realtà, è stata programmata anche una nuova scadenza intermedia, quella al 2040, che è stata introdotta «per anticipare il completamento di progetti su larga scala» rispetto alla scadenza più lontana, quella del 2050. Entro il 2030, in ogni caso, i treni della Rete centrale Ten-T dovranno essere messi nelle condizioni di viaggiare a una velocità di 160 chilometri orari per il trasporto passeggeri e di 100 chilometri orari per il trasporto merci e attraverseranno le frontiere interne dell’Ue in meno di 25 minuti in media, mentre entro il 2040 si dovrà passare a un sistema unico di gestione del traffico. E tutti gli aeroporti delle principali città europee dovranno essere collegati alla Rete ferroviaria transeuropea.
Più treni meno aerei
Ma torniamo alla questione ferroviaria, cruciale nei nuovi scenari dell’Europa dei prossimi decenni. Ebbene, c’è uno studio, realizzato dall'ing. Roberto Di Maria, fondatore di “Sicilia in Progress” e componente della Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno, incentrato sulla previsione del cambio di modalità da aereo a treno dei viaggiatori che compiono le tratte Catania-Roma/Milano e Palermo-Roma/Milano, come richiesto dall'Ue e con la conseguente riduzione di Co2. Nel saggio dell’esperto di Trasporti, in sintesi, si dimostra che «la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e il programma di velocizzazione dei principali assi ferroviari a sud di Salerno, avviato da Rfi in coerenza con le richieste dell’Ue, oltre a procurare enormi benefici agli utenti, abbatte le emissioni climalteranti (Co2) e inquinanti (ossidi di azoto, zolfo, particolato e altro). Inoltre, sancisce l’inizio della progressiva riduzione del costo dell’insularità (6-7 miliardi annui), rilancia l’economia di due regioni (Calabria e Sicilia) «colpevolmente marginalizzate» e potrebbe invertire il «grave esodo demografico».