«Il compito di un amministratore è l’assunzione di responsabilità nel prendere le decisioni che riguardano una comunità. “Prima Messina”, a differenza di altri slogan, è la necessità di tutelare un territorio fragile che può essere pronto a tutto se messo nelle condizioni di poter esserlo». Federico Basile ha motivato così la propria scelta che lo porta, in questa fase, a segnalare e denunciare tutte le criticità legate alla progettazione e realizzazione del Ponte sullo Stretto. «Un’assunzione di responsabilità – precisa ulteriormente il sindaco – che non vuol dire assolutamente rinnegare il proprio programma elettorale o la convinzione personale a favore del collegamento stabile. Da primo cittadino, però, devo tutelare gli interessi di Messina, prima di ogni altra cosa, e ad ogni costo».
Ma lo scontro con la Lega, e più in generale il Centrodestra, è destinato a farsi sempre più rovente. È ancora il senatore Nino Germanà, l’ex alleato di Basile, a lanciare al suo indirizzo frecciate sarcastiche: «Apprezzo le parole del sindaco che dice di voler tutelare Messina nel delicato momento che stiamo vivendo, ma mi chiedo chi sia il suggeritore di turno di alcune sciocchezze. Federico II (secondo De Luca ) infatti dice che non c’è abbastanza acqua per i cantieri del Ponte e si deduce che ingegneri, geologi, tecnici di tutto il mondo che hanno studiato il progetto per anni non se ne siano mai accorti. A questo punto, seguendo il suo ragionamento, dovrò chiedere con urgenza un incontro al ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, ai vertici Webuild, ad Anas e Ferrovie dello Stato per bloccare immediatamente i cantieri in corso in Sicilia lungo la rete ferroviaria, stradale, autostradale, o sui viadotti, porti e gallerie. Scherzi a parte, il nuovo “Federico Accorinti” ha superato nelle bufale persino i noPonte più apocalittici che annunciano il prosciugamento dei laghi e l’insorgere di patologie fatali. Non mi resta – conclude Germanà – che scrivere agli Ordini professionali affinché spieghino al sindaco, che (forse) ha letto il progetto ma evidentemente non l’ha capito, quale sia il reale fabbisogno di acqua, che serve solo per le fondazioni. Il resto sono conci di cemento armato precompresso realizzati in altra sede e assemblati in cantiere».
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