Finora sono stati ricevuti 84 cittadini allo sportello informativo sugli espropri aperto dalla “Stretto di Messina” al Palacultura. Altri 300 sono già prenotati per i prossimi giorni. E altri ancora se ne attendono. Finora l’affaire Ponte sullo Stretto è sempre stato accolto – fatta eccezione per gli storici movimenti del No e i più accesi sostenitori dell’opera – con il classico scetticismo del “tanto non si farà mai”, che ha portato tanti messinesi non solo a non schierarsi con l’una o l’altra fazione, ma anche a disinteressarsi, per lo più, dei dettagli di un progetto di cui si discute da troppo tempo. Quando, però, ci si è ritrovati tra le oltre 1.500 pagine dell’elenco espropri pubblicato dalla “Stretto di Messina” il 3 aprile scorso, tutto è cambiato. Sia per chi ha scoperto, suo malgrado, che la sua casa verrà espropriata e demolita. Sia per chi ha dovuto arrovellarsi per capire cosa significasse la parola “asservimento” o ha provato ad orientarsi tra le maglie di una materia piuttosto complessa. Da qui l’afflusso di persone allo sportello che la “Stretto” ha attivato sia a Messina che a Villa San Giovanni, «allo scopo di consentire a tutti gli interessati di prendere visione della documentazione relativa al Piano espropri e formulare eventuali osservazioni» spiega ancora una volta la società del Ponte, in risposta anche al Codacons, che poneva dubbi sulla capacità degli esperti di dare risposte allo sportello calabrese. «Dieci ingegneri della società, perfettamente a conoscenza del Piano Espropri – continua la nota della “Streto” –, sono impegnati in questi giorni e per i prossimi mesi, a fornire il supporto necessario per l’analisi della documentazione. Una iniziativa, non prevista dal quadro normativo di riferimento, ma fortemente voluta dalla società, nella piena consapevolezza della dovuta attenzione nei confronti del territorio per un aspetto così importante e delicato come gli espropri». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina