«Mi hanno detto che devo fare questo esproprio. Io non sono d'accordo. Mi legherò con le catene e vediamo chi mi butta fuori dopo tredici anni che ho comprato casa e devo pagare ancora sette anni di mutuo. Non so cosa dire. Mi sembra un sogno». Sono state le prime parole di Antonino Casella, espropriando di Contesse, dopo aver chesto delucidazioni allo sportello della Stretto di Messina, aperto al Palacultura, sulle procedure espropriative per la costruzione del Ponte sullo Stretto.
«Mi hanno parlato di un indennizzo - ha proseguito - ma anche se mi pagate e mi date i soldi io che cosa ci devo fare a 68 anni? Mi metto di nuovo a comprare casa, traslochi. mutui e roba varia. Non mi sembra una cosa fattibile. Non mi hanno dato alternative. Mi hanno detto: vi diamo i soldi e vi comprate casa. Ma dove sono queste case visto che siamo tre o quttromila persone espropriate che devono trovare casa?»
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