
A Cateno De Luca piace sempre sparigliare le carte. Ogni passaggio è concepito come la mossa di una partita a scacchi, su uno scacchiere, quello della politica siciliana, in cui nessuno può mai sbilanciarsi sull’esito della partita stessa. Per De Luca, dopo la batosta delle Europee e l’inevitabile ridimensionamento che ne è seguito, col sostanziale abbandono (almeno per ora) di ogni velleità oltre Stretto, oggi ciò che più conta è rimanerci, in quello scacchiere, evitare l’isolamento politico e tenersi aperta ogni porta. E per farlo, anche stavolta ha deciso di sparigliare, vestendo i panni più istituzionali possibili («la metamorfosi da Scateno a Cateno», la chiama lui) e giocandosi la mossa meno prevedibile: non un partito, non un’alleanza elettorale, ma un Centro studi. Per di più con un nome tutt’altro che ribelle: “Ti Amo Sicilia”. Questo, asciugando all’estremo le cinque ore di kermesse, è accaduto martedì sera al Palacongressi di Taormina.
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