Messina

Mercoledì 12 Febbraio 2025

Comune di Messina: ok a un bilancio previsionale all’insegna della “cautela”

È il secondo Bilancio di previsione approvato “con cautela”. Come recita il vocabolario, la cautela è «prudenza negli atti e nel comportamento». Ed è l’abito, un po’ stretto, che il Comune si trova a dover indossare, per non vanificare il percorso di risanamento dei conti avviato nel 2018, con il “Salva Messina” della Giunta De Luca, e soprattutto per non far ricredere la Corte dei conti che, nella torrida estate del 2023, ha dato il via libera al Piano di riequilibrio economico-finanziario pluriennale, ma con una serie di prescrizioni alle quali Palazzo Zanca è obbligato ad attenersi. A cominciare dall’accantonamento di decine di milioni di euro per continuare a saldare i debiti accumulati nel passato. «Niente escamotage» È proprio da quel decreto del 31 luglio 2023, firmato dai giudici contabili, che bisogna partire per analizzare il nuovo Previsionale 2025-2027, votato, dopo l’approvazione di sei emendamenti, nel pomeriggio di lunedì dall’Aula, con 14 favorevoli, 13 astenuti e nessun contrario. Bisogna partire, cioè, dal monito, chiaro e netto, della Corte: «Il ricorso alla procedura di riequilibrio non può rivelarsi un artificioso escamotage con il quale si evita la dichiarazione di dissesto, protraendosi indebitamente una situazione nella quale già sussistono i presupposti richiesti dal legislatore». Un monito che diventa un ordine perentorio: «Il Collegio ammonisce che è dovere dell'Amministrazione e della dirigenza dell'ente locale attuare, mediante concrete attività gestionali amministrative, gli obiettivi di riequilibrio finanziario pluriennale fissati nel Piano». E avverte: «La Sezione procederà a una rigorosa verifica degli impegni assunti e del rispetto delle prescrizioni contenute nella presente deliberazione nell’ambito del monitoraggio semestrale, volto a verificare l'attuazione del Piano di riequilibrio ed il conseguimento degli obiettivi intermedi relativi alle singole annualità del Piano stesso, nonché in sede di esame dei prossimi documenti contabili». Gli sforzi da non vanificare Si resta, dunque, come era inevitabile che fosse, sotto costante monitoraggio. Lo si è sempre, per gli enti locali, e lo è in particolare per quei Comuni che si sono trovati nelle condizioni di quasi “default”, come Palazzo Zanca. Non vanificare gli sforzi, è il “mantra” ripetuto dall’Amministrazione Basile che dal quel decreto della Corte dei conti ha tratto anche motivi di orgogliosa rivendicazione per il lavoro fatto dal 2022 a ora. Tra le ragioni per il quale il Piano è stato approvato oltre 18 mesi fa, vi è «la corretta quantificazione della massa passiva, la riduzione della stessa negli anni e l’idoneità delle misure individuate dall’Ente nel Piano». Tutto ciò ha portato il Collegio a ritenere che «il Comune di Messina, pur in presenza di una situazione debitoria ancora pesante, non possa essere definito in stato di dissesto... La programmazione e gestione del debito, è indice di capacità di gestione della situazione debitoria e, soprattutto, di non insolvenza».

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