Messina

Mercoledì 22 Gennaio 2025

Pd a Messina, Hyerace: «Fase di stallo? Un tavolo di confronto per ripartire»

Armando Hyerace, segretario provinciale del Pd. Siamo fermi a un congresso complesso, dopo il quale si è creata una fase di stallo. È cambiato qualcosa? Cosa sta facendo per andare oltre? «Dobbiamo provare a uscire da un dibattito che non interessa a nessuno. Il tema non è chi fa cosa o se dev’essere garantita una minoranza, ho sempre dato per scontato che metà partito dovesse trovare un’adeguata rappresentanza, anche al di là delle percentuali, non siamo avversari, apparteniamo alla stessa comunità. Per questo ho convocato un primo tavolo di confronto trasversale (dovrebbe tenersi venerdì, ndr), chiamando a raccolta più dirigenti di partito, sia tra chi mi ha sostenuto sia tra chi non lo ha fatto, sulla base di un documento in cui, per punti, si toccano sia aspetti politici, sia il modo di concepire il partito, nel rapporto con la base e gli eletti. Dobbiamo rimettere sui binari un treno che deve correre, e non posso farlo da solo». Quali sono i punti chiave di questo documento? «La necessità di avere una comunità unita, a partire dall’iscrizione come atto di piena consapevolezza. Una struttura territoriale organizzata, rafforzando la presenza di circoli sul territorio e facendo vivere le scelte dentro l’assemblea. Una proposta chiara, altro che partito moderato, ci vuole radicalità nelle posizioni, senza ambiguità. E poi un rinnovato rapporto dentro la società, con i sindacati, l’imprenditoria e l’associazionismo, ma anche nel campo progressista, secondo i nostri principi e i nostri valori». Alcuni di questi punti erano parte delle mozioni congressuali. «Le mozioni mia e di Alessandro Russo avevano moltissimi punti di contatto. Solo due elementi potevano teoricamente dividerci, il Ponte e il rapporto De Luca, e invece non l’hanno fatto. Su cos’altro, allora, dovremmo dividerci? Dobbiamo lavorare uniti per rilanciare il partito, non omologazione, ma coesione». Nei giorni scorsi, al nostro giornale, l’on. Calogero Leanza ha parlato di elementi, dentro il partito, che più che al benessere generale pensano a interessi personali. E anche di una parte, a livello regionale, che sostanzialmente gioca a spaccare. «Francamente non capisco a chi si riferisca, a livello locale non ho questa percezione. Anzi, ho la percezione, girando tra i circoli, che tanti militanti vogliano mettersi in gioco. Di generali ne abbiamo pochi, abbiamo un solo deputato regionale, che è appunto l’on. Leanza. Mi sembra più una suggestione che altro. E a livello regionale il dibattito si è eccessivamente acceso su due elementi. Quello sulle regole è tardivo, è tempo di discutere, piuttosto, sul partito che si vuole costruire. Per quanto riguarda gli emendamenti alla Finanziaria, in Direzione su era detto di allontanare questa modalità di gestione delle risorse pubbliche, ne è nata una polemica che ha finito anche per svilire le battaglie che il gruppo parlamentare ha svolto, ma dobbiamo capire che non possiamo metterci allo stesso livello del centrodestra. Non penso che parlando di esposti alla Procura, la segreteria si rivolgesse al proprio gruppo, ci sono emendamenti utili, altri quantomeno dubbi e non capisco questa excusatio non petita. Ma se si pensa di competere col centrodestra con questi strumenti, abbiamo sbagliato tutto».

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