È lunga la lista di criticità annotata dalla deputata nazionale Maria Stefania Marino, in visita ieri all’ospedale di Sant’Agata Militello nell’ambito del tour degli esponenti del Pd nei nosocomi siciliani. Dal sovraffollamento del pronto soccorso alle difficoltà di tutti i reparti per la diffusa carenza di medici, dalla chiusura di cardiologia alla mancata attivazione della stroke unit sino alla ferita storica del punto nascita cancellato, sono profondi i nodi che condizionano il presidio santagatese, limitando l’offerta sanitaria su un bacino di oltre 80 mila residenti dei Nebrodi. «La politica deve trovare le risorse per implementare organico e strutture perché quello alla salute non può diventare un diritto solo per pochi e non può una struttura pubblica doversi avvalere del privato – commenta la parlamentare ennese –. Il lavoro che stiamo facendo sarà sintetizzato con una serie di iniziative parlamentari volte a cambiare il sistema tra cui anche la possibilità di formazione degli specializzandi nelle realtà sul territorio. A Sant’Agata a tutt’oggi non è stata attivata la stroke unit, con il primo centro utile a Messina – aggiunge Marino –. Sul punto nascita non è possibile fermarsi ai numeri, in un territorio con grossi problemi logistici la gente deve poter partorire in un ospedale vicino, per cui va fatta una battaglia per la riapertura che diventa prioritaria».