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Messina, le verità di Hyerace sul congresso Pd: «Si riparta con basi solide, altrimenti...»

Non è stato un bell’inizio, quello di Armando Hyerace alla guida del Pd a Messina.  Il giorno della ratifica della sua elezione a segretario provinciale ha visto prevalere i volti tirati e i mugugni ai sorrisi e ai festeggiamenti. La scelta “aventiniana” di Alessandro Russo e della sua mozione ha, di fatto, congelato tutto. Col partito che, ancora oggi, si ritrova in una fase di stallo. «Sono amareggiato per il modo in cui si sono svolti i lavori – ci dice Hyrace –, però voglio precisare che da parte mia c'è sempre stata la massima apertura, anche quando mi è stata comunicata la volontà di ritirare i ricorsi. Tuttavia mancava la consapevolezza di ciò che significava questo passaggio, non un atto meramente formale, perché qualcuno ha paura dell'esito di questo ricorso, ma un atto politico, segno del pieno riconoscimento del risultato congressuale. Scrivermi in un documento “ritiriamo i ricorsi, ma li riteniamo fondati” è stato inaccettabile e ha precluso la possibilità di aprire un dialogo che non si era ancora aperto, nonostante lo avessi chiesto da tempo. E nonostante avessi anche detto che il tema non sono le cariche, perché sono ben consapevole del fatto che c'è un 49% che merita rispetto e rappresentanza in questo partito, ma capire chi vuole mettersi a lavorare in questo partito. Perché non so se qualcuno lo ha ben chiaro, ma questo è un partito in cui c'è tanto da lavorare».
Secondo Hyerace «la scelta dell’Aventino resta del tutto incomprensibile. Penso sinceramente che in assemblea pubblica avremmo potuto e dovuto cercare una sintesi. Se non ci fossimo riusciti ci saremmo presi altro tempo. Ed è quello che a questo punto intendo fare: sedere con calma tutti attorno ad un tavolo e tirare una linea chiara. Anche con tutte le componenti, a prescindere da una divisione nelle mozioni che si sono confrontate».
Il nodo dei ricorsi elettorali – presentati, tra gli altri, dall’attuale capogruppo del Pd Felice Calabrò, certamente più vicino a Russo che a Hyerace nella fase congressuale – si è aggiunto a quello della presidenza dell’assemblea provinciale, “promessa” in tempi non sospetti a Domenico Siracusano, ex segretario di Articolo Uno, il quale, nei giorni scorsi, ha respinto l’idea di essere rappresentato come «il freno alla ripartenza» e ha invocato una «pacificazione vera» nel partito.

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