Arriva una decisa accelerazione rispetto al cronoprogramma stabilito a metà ottobre durante il vertice di Fiumedinisi per il rimpasto generale di amministrazione Basile “e dintorni”. E per “dintorni” si intendono le società partecipate, vero centro gravitazionale della revisione voluta da Cateno De Luca e progettata dal leader di Sud chiama Nord già prima dell’estate scorsa, alla vigilia delle elezioni europee. Dopo Amam e Atm, le prime società i cui vertici – in circostanze e modalità, però, piuttosto diverse tra loro – hanno lasciato l’incarico anzitempo, ieri è toccato ai consigli d’amministrazione di tutte le altre società partecipate e aziende speciali rassegnare le dimissioni. Formalmente ieri hanno consegnato nelle mani del sindaco il proprio incarico i vertici di Arisme, Messina Social City e Patrimonio Spa, tra oggi e domani sarà il turno della Messinaservizi, ma solo perché ieri il Cda era all’evento Ecomondo di Rimini. Puri formalismi. Di fatto, a parte l’Amam nella quale sono stati già nominati i nuovi presidente e consiglieri, da questo fine settimana tutte le partecipate sono state azzerate. È lo stesso sindaco Federico Basile, da noi raggiunto, che spiega la ratio di questa accelerazione: «Ci siamo resi conto che procedendo con un’azienda alla volta non avremmo fatto in tempo a chiudere la partita entro fine anno, come era stato stabilito. Comunque niente di nuovo, procediamo così come era stato deciso, insieme al nostro leader Cateno De Luca, fin dalla scorsa estate». La narrazione continua ad essere sempre la stessa: nessuna bocciatura, ma normale “revisione”, anche se poi così normale, un rimescolamento così generale di carte, non sembra. Così come la sensazione è che non tutte le posizioni siano uguali. Adesso, infatti, per il sindaco Basile e, giocoforza, per lo stesso De Luca, arriva il momento delle scelte. Si dovrà scegliere, in particolare, chi confermare dei dimissionari e chi, invece, sostituire. Appare scontata la “promozione” sul campo di Carla Grillo in Atm, anche se dall’azienda di via La Farina filtra nervosismo dopo la bocciatura dell’accordo integrativo da parte della maggioranza dei dipendenti, con il presidente uscente Pippo Campagna (nel frattempo nominato direttore generale della Città metropolitana) che avrebbe preferito chiudere il suo mandato in Atm con un contratto blindato. Ecco perché il passaggio di consegne potrebbe slittare. In odor di conferma anche le presidenti di Messinaservizi e Messina Social City, Mariagrazia Interdonato e Valeria Asquini, così come il vertice della Patrimonio Spa, Maurizio Cacace.