Messina

Giovedì 21 Novembre 2024

La geografia del voto nel Pd messinese: chi ha vinto e chi ha perso nel congresso che ha eletto Hyerace nuovo segretario

Può ritenersi chiusa fino a un certo punto la partita del congresso provinciale del Partito democratico messinese. Il Pd ha un segretario ed è il risultato che più conta: Armando Hyerace, strappando 51 delegati contro i 49 conquistati da Alessandro Russo, ha vinto al fotofinish, guadagnandosi il compito di guidare il partito nei prossimi anni, in una fase in cui il primo obiettivo è mettersi alle spalle una stagione di sconfitte elettorali e, soprattutto, di importanti “vuoti” in termini di linee politiche e d’azione. Ma i giochi sono ancora aperti per gli altri ruolo chiave, dalla presidenza dell’assemblea alla vice segreteria, a maggior ragione dopo un risultato così sul filo dell’equilibrio. Quali sono i prossimi passaggi lo chiarisce Giacomo D’Arrigo, presidente della Commissione provinciale per il congresso: «Martedì si riunirà la commissione per la convalida dei risultati – spiega –, dopodiché toccherà all’assemblea provinciale proclamare il segretario». Non c’è ancora una data per l’assemblea, ma è probabile che non venga convocata prima di metà mese. Motivi organizzativi ma, appunto, la necessità di gestire i nuovi equilibri emersi dal congresso. L’analisi che lo stesso D’Arrigo fa del voto degli iscritti è ad ampio raggio: «Questo congresso – ci dice – è un momento importante che si innesca in un percorso che il Pd messinese sta facendo dalle elezioni politiche in poi. La mia candidatura proprio in quella tornata, l’elezione di Calogero Leanza all’Ars, la candidatura di Maria Flavia Timbro alle Europee, quelle di Armando e Alessandro in questo congresso, sono tutti segnali che suggeriscono come ci sia una generazione che si è messa alla guida del partito. Un ricambio reale, non a parole, che fa della prossima segreteria un ulteriore tassello». Proprio la fase delle politiche e delle regionali 2022, va ricordato, aveva portato con sé gli ennesimi “traumi” per il Partito democratico: dall’addio del gruppo Navarra, che non era riuscito, evidentemente, a creare una vera leadership, alle dimissioni dell’allora segretario provinciale Nino Bartolotta, uscito sconfitto proprio dalle regionali che avevano visto unico eletto il neo arrivato Calogero Leanza, figlio d’arte. Il processo di ricostruzioni parte da lì, con un coordinamento che ha, in qualche modo, tamponato la vacatio della segreteria e, nel frattempo, il congresso nazionale prima e le Europee poi che hanno ridisegnato gli assetti interni al partito. La stessa geografia del voto del congresso che ha eletto Hyerace fornisce diversi spunti interessanti. Il primo e più evidente arriva dalla distribuzione dei seggi: Russo e Hyerace hanno vinto in due collegi a testa, ma se in tre di questi lo scarto è stato contenuto (Russo ha vinto 21 a 16 in città, 15 a 13 nel collegio Nebrodi, Hyerace ha vinto 11 a 10 nel collegio Tirrenica), in uno è stato piuttosto netto, dicendo chiaramente dove è stato deciso, di fatto, il congresso: nel collegio Jonica. Qui Hyerace ha conquistato 11 seggi contro appena 3 di Russo, che ha vinto però in un solo circolo: quello di Savoca, dove evidente è l’influenza dell’ex segretario Bartolotta, con un perentorio 19-0. In tutti gli altri vittorie nette di Hyerace, con un eloquente 33-3 nel circolo di Nizza (che include anche Alì Terme, Itala e Scaletta Zanclea). E cioè il circolo di “casa” proprio di Giacomo D’Arrigo, il cui peso anche sugli altri circoli della Jonica (tutti caratterizzati da un’affluenza altissima), alla fine, è risultato decisivo per la vittoria finale di Hyerace. Se D’Arrigo va, dunque, considerato uno dei principali vincitori di questo congresso, lo stesso non può dirsi per l’altro “big” schierato nella contesa, l’unico parlamentare del Pd messinese, Calogero Leanza. Va detto, però, che i buoni risultati ottenuti da Alessandro Russo nel resto della provincia, specie nei collegi nebroidei, vanno addebitati proprio all’inflenza di Leanza nel “suo” territorio. Basti guardare al 33-0 di San Teodoro, all’11-0 di Cesarò, al 18-0 di Pettineo. Tutti feudi di Leanza, come del resto vanno indirettamente considerati Castroreale (10-0) e Merì (21-0). Hyerace ha portato a casa, nel collegio Nebrodi, Gioiosa Marea (25-17, dove assessore è Vincenzo Amato, vicino proprio a D’Arrigo) e San Marco d’Alunzio (14-0), dove nell’ultimo congresso nazionale si è “ricreato” un compatto gruppo Dem attorno all’area Schlein. A Sinagra, invece, decisa la spinta per Hyerace da parte del gruppo di Emanuele Giglia (17-0). Più equilibrati, in generale, i risultati nei circoli del collegio Tirrenica, dove è entrata in gioco anche l’area ex Articolo Uno che con Domenico Siracusano, va ricordato, fino alla vigilia della presentazione delle candidature ambiva ad un ruolo da protagonista. Quel ruolo da protagonista è stato giocato comunque, ma in tandem con Hyerace, appunto. Due dei seggi su cui il gruppo Siracusano puntava a “contarsi” erano Milazzo e Villafranca, entrambi effettivamente conquistati da Hyerace, seppur con affluenze non altissime (a Milazzo hanno votato in appena 38 su 103 aventi diritto): 26-11 per il neo segretario nel centro mamertino, 19-14 a Villafranca Tirrena. Peraltro Milazzo è l’unica sede in cui il “duello” tra le mozioni in campo per la segreteria provinciale si è riproposto per la segreteria di circolo: anche qui ha vinto la mozione Hyerace, con Gioacchino Abbriano che ha prevalso su Fabio Parisi (mozione Russo). Pende un ricorso, invece, sul congresso di circolo di Villafranca, dove per appena un voto Rosanna Mondello ha superato Antonio La Rosa. Rimanendo in zona tirrenica, anche a Barcellona ha vinto Hyerace (23-6), mentre netto è stato il successo di Russo a Venetico (12-1), dove ha stabilito la sua “base” un vecchio militante come Nuccio Zullo. Altro dato significativo, il successo di Alessandro Russo nel capoluogo: 242 voti totali contro 178 di Hyerace. Hyerace ha vinto in due circoli: nel primo (28-3) e nel quarto (70-63). Russo ha conquistato gli altri quattro: il secondo (33-22), il terzo (40-22), il quinto (64-22) e il sesto (39-14). Rilevanti la visibilità di Russo come consigliere comunale, certo, ma anche il sostegno del capogruppo in Consiglio Felice Calabrò (con Antonella Russo che, invece, ha portato acqua nel mulino di Hyerace) e la presenza, anche in città, del gruppo Leanza. Tutti elementi che confluiranno nella segreteria che lavorerà con Hyerace. Il dato principale sembra essere uno, però: dopo l’era Genovese e il breve capitolo Navarra, il Pd messinese non ha “padroni”, veri o presunti. Che questo sia emerso dal primo congresso reale, con due mozioni altrettanto reali, è un segnale. Se sarà il primo di una serie è ancora presto per dirlo.

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