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Cateno De Luca, la calma apparente e i futuri possibili scenari a Messina

Il momento politico, tra retroscena e suggestioni. Mini-rimpasto, ambizioni e... il “fantasma” Scurria

Ma davvero passeranno dieci mesi, prima di vedere alcune mosse sullo scacchiere politico di Palazzo Zanca? Se lo chiedono in tanti, dentro e fuori le mura del municipio, dentro e fuori i confini partitici di Sud chiama Nord, dopo l’appuntamento fissato dal leader Cateno De Luca, tornato sostanzialmente in silenzio dopo le uscite pubbliche di fine giugno-inizio luglio. La nuova veste di “sindaco ombra” – non riusciamo a definire diversamente la «maggiore presenza» in città al fianco del sindaco vero, Basile – viene indossata, per adesso, nell’ombra, appunto. Dietro le quinte. Lasciando trasparire una calma apparente che, però, non è poi così convincente.
In molti pensano che qualcosa stia bollendo in pentola e che quel termine di dieci mesi indicato dallo stesso De Luca al ritorno dal suo ritiro fiumedinisano post-voto – tra dieci mesi di dovranno, tra l’altro, rinnovare i vertici delle società partecipate – sia puramente indicativo. Qualcosa potrebbe accadere prima, insomma. Anche perché dentro il partito – e non solo per le dinamiche elettorali delle Europee – qualcuno si attendeva che dei segnali venissero dati, con azioni concrete e avvicendamenti, fin da subito.
Ma proprio la decisione di De Luca di “tornare” a Palazzo Zanca, in una veste che deve ancora trovare una forma giuridica (verrà nominato esperto a breve?), ha suggerito all’ex sindaco e leader di Sud chiama Nord di optare per la linea attendista. Nel chiuso di una stanza, però, alcuni messaggi precisi sono stati lanciati, soprattutto nell’ambito delle società partecipate, ma anche all’interno della giunta.
Restano tutti sotto esame, De Luca lo ha ribadito anche nella riunione del 6 luglio nel salone delle Bandiere. «Non tutta la squadra riesce a tenere i ritmi del sindaco Basile, quindi bisogna individuare le soluzioni per allineare il lavoro di tutti ed evitare cali di tensione». Soluzioni definitive, come alcune sostituzioni? Forse. Ci sono equilibri da ricostituire e tensioni da smorzare. È stato lamentato, ad esempio, un rapporto troppo sfilacciato tra alcuni assessorati e le società partecipate che operano nello stesso ambito. Un scollamento che ha generato più di un corto circuito. E poi ci sono ambizioni. Consiglieri comunali che non disdegnerebbero un posto in giunta, ma anche qui vanno gestiti equilibri e sensibilità. Un’uscita è pressoché certa, ma slegata dall’attualità: Pietro Currò difficilmente concluderà l’anno dentro la giunta, perché così, pare, era stato stabilito fin dall’inizio. Ed è più che un’ipotesi quella per cui un assessorato potrebbe andare alla presidente dei ScN, Laura Castelli. Ma ci sono altre situazioni in bilico, con deleghe – come la vicesindacatura – che storicamente, con De Luca, cambiano “padrone” in corso d’opera.

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