«Dire che tutto vada bene sarebbe sbagliato. Ci sono criticità e sfumature da correggere». Cateno De Luca torna a Palazzo Zanca e lo fa da protagonista. Si «mette a disposizione» del sindaco Basile per fare con lui una verifica della squadra di governo, dagli assessori alla partecipate. E tira aria di esami, di quelli che possono bocciare più di uno. «Nei prossimi dieci mesi andranno valutate le performance di tutti, così potranno essere prese le decisioni a ragion veduta quando dovrà essere fatto il “tagliando”». Parla dell’appuntamento della prossima primavera quando scadranno i Cda delle società partecipate e potrebbe scattare la rivoluzione. Si propone, fra il serio e il faceto, come esperto gratuito di Basile e poi, con il padrone di casa in prima fila e lui, da solo, sul podio prova a smarcarsi dalla coincidenza della “verifica” con i risultati delle europee. «Siamo al giro di boa – dice –. La valutazione non sarà basata su chi ha portato più voti ma sulle performance amministrative reali. Ci sono degli obiettivi strategici dettati dal sindaco e c’è una tempistica per realizzarle da parte di assessori e a cascata dalle partecipate. Sono stati raggiunti? in quanto tempo? Se c’è un problema nella filiera va risolto». Un lavoro di “revisore” che però rischia di delegittimare Basile che vede tornare a Zanca il suo leader politico armato di forbici per tagliare i rami secchi di una squadra che lo stesso sindaco aveva difeso in blocco proprio all’indomani delle europee, quando già parlava del redde rationem. Un tutor a cui tutti, per forza di cose, faranno riferimento. « Sono a disposizione di Messina – ribatte De Luca –. Qui ho fatto il salto di qualità e la città lo ha fatto con me. Posso accelerare l’azione del sindaco e sarò rispettoso dei ruoli. Non sarò ingombrante – dice difendendosi –. Siamo sotto assedio politico perché questo è il nostro fortino e sanno che se ci indeboliscono qui, cade tutto il progetto. E visto che siamo sotto attacco perché il bersaglio sono io, e non Basile, allora scendo in campo io sul luogo dell’assedio». Assalto di cui parla De Luca arriverebbe dalla sfera regionale. Non fa prigionieri e si scaglia contro Santi Trovato, ingegnere capo del Genio civile. «Non si può pensare che una struttura della Regione siciliana faccia il bello e cattivo tempo per espugnare il fortino – dice De Luca –. Sulla Città del Ragazzo non accetto l’ostruzionismo del Genio civile che ha bloccato l’azione e ha ceduto solo davanti alla prefetta. Il progetto non doveva essere autorizzato dalla commissione regionale e ci ha stirato il collo per otto mesi. Non si blocchi la città». La replica di Trovato non si fa attendere:« È vero che da novembre avevamo in esame la Città del Ragazzo. Ma è anche vero che a più riprese abbiamo chiesto atti per poter concludere la procedura. L'ultimo atto pervenuto dalla Città metropolitana è datato 21 giugno. In data 27 giugno abbiamo esitato positivamente il tutto. E non risponde a vero che solo dopo l'intervento della prefetta si è sbloccata la procedura. La prefetta ha voluto solo avere un quadro dello stato sulle pratiche Pnrr della città».