Anni fa era salito in cima al Pilone, con la sua barba scura quasi mediorientale e la bandiera “No Ponte”. Ora Renato Accorinti, alla soglia dei 70 anni, ha deciso di far parlare di sé, occupando simbolicamente la sede del Partito democratico a Roma. «Non me ne vado da qui finché non parlerò con i vertiti del partito». Poi arriva la leader nazionale del Pd Schlein e Accorinti strappa il suo «siamo con voi, su questa battaglia noi ci siamo». Ma una delle novità del giorno è anche la clamorosa frattura all’interno della galassia del No. Il Comitato “Spazio No Ponte”, che vede tra i protagonisti attivisti storici di Messina, come l’ex consigliere comunale Gino Sturniolo e il docente pacifista Antonio Mazzeo, prende le distanze da chi vorrebbe coinvolgere i partiti nella battaglia contro il Ponte. «Non abbiamo condiviso il modo in cui è stata promossa la manifestazione “No Ponte” del 2 dicembre – scrive il Comitato –. Non ne abbiamo condiviso le modalità ed è per quello che non siamo entrati a far parte del coordinamento che ha indetto quel corteo. In particolare, noi pensiamo che un movimento territoriale non sia la sommatoria di sigle, ma piuttosto una realtà cui si aderisce prima di tutto come abitanti e che costruisce in assemblea i propri strumenti organizzativi. Ci teniamo, inoltre, a salvaguardare l’autonomia dei movimenti dai partiti, in particolar modo quei partiti che fino a ieri l’altro erano favorevoli al Ponte, laddove niente ci dice che non lo diventeranno nuovamente nel momento in cui tornassero al Governo. E che dire, poi, della posizione di questi partiti sulla politica delle grandi opere, sul genocidio in corso a Gaza, sulla corsa al riarmo dell’Europa e l’adesione acritica ai dettami della Nato? Diciamo oggi in maniera esplicita queste cose perché adesso non possono più nuocere alla riuscita della manifestazione, cosa per noi preziosa». “In una manovra priva di spinta agli investimenti e 'vuota' l’unica scellerata voce di spesa sulle infrastrutture riguarda il ponte sullo Stretto. Quello messo appunto dall’accoppiata Salvini-Giorgetti è un vero e proprio furto con destrezza ai danni del Sud, perché utilizzare 2,3 miliardi dei fondi di coesione di Sicilia e Calabria significa di fatto bloccare nelle suddette regioni ogni futuro investimento in piccole opere necessarie, in edilizia scolastica e sanitaria e in messa in sicurezza del territorio. Oggi insieme al presidente Conte abbiamo incontrato alla Camera l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, che ha convenuto con noi su quanto sia sbagliato e pericoloso questo maxi-esborso per il ponte, aggravato appunto da un cronoprogramma di spesa che “scippa” risorse fondamentali per le due regioni interessate. Con il solo obiettivo di alimentare l’ego del leader della Lega, stiamo andando a imbrigliare finanziariamente il ministero delle infrastrutture per un decennio. Tutto questo nel silenzio più totale della Meloni, che con un mix di imbarazzo e menefreghismo, si sta completamente disinteressando della questione”. Così in una nota la senatrice messinese del MoVimento 5 Stelle Barbara Floridia, presidente della Commissione di Vigilanza Rai.